di M.T.

Un tavolo di confronto, con la Regione, l’Anci e le Asl dell’Umbria, per affrontare «le molteplici difficoltà legate al tema della residenzialità per anziani». A chiederlo è il ‘Coordinamento residenzialità anziani’, che rappresenta sette associazioni che gestiscono residenze protette.

La richiesta Il Coordinamento prende evidentemente spunto dalle recenti polemiche, divampate a Terni, sull’ipotesi di riorganizzazione del settore e che prevede un drastico taglio, nel Ternano, dei posti letto convenzionati: «Crediamo – dice il Coordinamento – che nel processo di riorganizzazione della sistema sanitario e socio sanitario dell’Umbria, i servizi non ospedalieri per gli anziani debbano avere un ruolo centrale in quanto rappresentano quegli strumenti che permettono di accrescere il livello di appropriatezza, efficienza ed efficacia del sistema. In questa prospettiva riteniamo che debbano essere adeguatamente valorizzate le strutture residenziali e semi residenziali per anziani, già parte di quel sistema di rete sanitario disegnato dalla regione stessa».

Il sistema Le associazioni che gestiscono le residenze protette partono da una premessa: «Solo con il pieno utilizzo da parte delle ASL dei posti previsti, già autorizzati ed accreditati dalla Regione è possibile garantire che il sistema di rete funzioni al meglio», per chiedere che «i contenuti delle convenzioni che legano le Asl ai soggetti gestori ed i criteri di valutazione utilizzati per le verifiche ispettive, siano univoche in tutto il territorio regionale e non lascino spazio ad interpretazioni».

Il controllo Tanto che si arriva a sollecitare la Regione a svolgere il proprio ruolo di controllo «al fine di verificare che le esigenze che hanno ispirato coloro che hanno contribuito alla programmazione dei servizi rivolti agli anziani, residenziali e non, possano permettere di garantire il servizio ai cittadini, svolto in maniera appropriata e equa per tutto il territorio regionale, cosa che permetterebbe di abbattere le liste di attesa a vantaggio degli stessi, ed eliminare quei costi causati dai ricoveri ospedalieri impropri degli anziani», ma anche alla «riapertura dei tavoli tecnici, che analizzino i bisogni dei diversi territori della regione, in modo da offrire risposte adeguate, al momento socio economico che stiamo attraversando».

L’intervento A fianco delle associazioni si schiera il capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Raffaele Nevi: «Gli operatori privati che con le loro strutture fanno un lavoro molto importante di sussidiarietà al sistema socio – sanitario regionale – dice Nevi – devono essere considerati come una ricchezza dell’Umbria e non, come spesso è accaduto in passato, un problema». Troppo spesso, prosegue, «gli operatori privati di Terni si sono sentiti trattati in modo molto più rigido rispetto ai colleghi di altre Asl. Io non so se questo sia vero, ma sinceramente la Regione non può permettersi che ci sia in qualcuno questo dubbio». E conclude annunciando che chiederà «di avviare un percorso per ascoltare il coordinamento e fare in modo che su questo tema non ci siano più contenziosi come è successo in passato».

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