di Marta Rosati
In discussione nella seduta di lunedì 28, tra le altre, la modifica dell’articolo 18 del regolamento per l’occupazione di suolo e sottosuolo pubblico, quello insomma che obbliga al pagamento della concessione dei terreni comunali, la così detta Tosap; la stessa per la quale la Telecom deve a Palazzo Spada circa 5 milioni di euro. L’assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari ha detto che la modifica approvata dalla giunta non ha nulla a che fare col noto contenzioso, bensì deriva da una sentenza del Consiglio di Stato. In ogni caso, l’atto rimane senza voto perché manca il numero legale: i lavori del consiglio riprenderanno martedì alle 15. Passa invece la modifica dello statuto di Umbriadigitale scarl così come anticipato alla vigilia della seduta.
Assessore «Tale regolamento – ha detto Bucari alla presentazione dell’atto – fu approvato nel 2006 con la definizione di tutti gli oneri di concessione tra cui quelli a carico dei gestori delle telecomunicazioni, alcuni dei quali fecero ricorso. Nel 2014 sentenza n. 6459 del Consiglio di Stato ha sancito che si applica onere di concessione anche per le reti di telecomunicazioni e per questo motivo, occorre ripristinare la correttezza del regolamento proprio intervenendo sull’articolo 18.
Faliero Chiappini Incassato il parere favorevole della prima commissione, come ha riferito il presidente Faliero Chiappini, l’atto ha suscitato qualche malumore tra i membri di opposizione che hanno, poco dopo, abbandonato via via l’emiciclo. I consiglieri di maggioranza presenti non erano sufficienti a garantire il numero legale e il presidente del consiglio Giuseppe Mascio ha sciolto la seduta.
Marco Cecconi Così si è espresso il capogruppo di Fdi-An: «Lo chiamerei modifica all’art 18 del regolamento Telecom. È evidente – ha spiegato – che c’è una situazione in cui Telecom evoca in questo territorio 4 milioni e 671 mila euro che sono quelli che il Comune spera di incassare dai tempi del bilancio consuntivo ma che non incassa e, molto probabilmente, non incasserà. La modifica di questo regolamento tende a rafforzare la posizione del Comune nel procedimento in corso di fronte alla commissione tributaria (e probabilmente sarà necessario anche in altre sedi – chiosa Cecconi-), una mossa che Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale trova del tutto strumentale, inattuale e fuori tempo».
Enrico Melasecche «Chiaramente sto con il Comune quando chiede a terzi di versare nelle casse di Palazzo Spada quanto dovuto ma certe forzature appaiono velleitarie – ha detto l’esponente di I love Terni -. Nel caso specifico voglio far notare all’assessore che nella riformulazione iniziale dell’articolo, il diritto di concessione riguardava anche tutti i cittadini che in certi edifici hanno una proprietà e sono allacciati alla fognatura comunale, determinando per questi il pagamento di una nuova tassa».
Stefano Bucari «L’atto non ha nulla a che vedere con le questioni sollevate da Cecconi e Melasecche- ha detto l’assessore nella replica – la sentenza del Consiglio di Stato alla quale mi riferivo non è quella relativa al caso Telecom, semplicemente è quella che ha messo ordine alla concessione del suolo pubblico e riguarda nello specifico i gestori delle telecomunicazioni ma non esclusivamente la Telecom. Per quanto riferito dal consigliere di I love Terni chiarisco che nient’altro è stato modificato dal regolamento originario del 2006». «La sentenza – come s legge nella delibera di giunta – ha stabilito che il canone concessorio previsto dal Codice della strada si applica anche alle occupazioni dei sottoservizi telefonici». All’appello nominale non risponde un numero sufficiente di consiglieri, votazione rinviata a martedì.
Twitter @martarosati28