L’associazione culturale l’Astrolabio di Collescipoli, alcuni mesi fa, ha promosso e finanziato il recupero di tre importanti opere d’arte presenti nella Collegiata di Santa Maria Maggiore. Un vero e proprio salvataggio visto che si tratta di un gruppo di preziose statue lignee, attaccate pesantemente da insetti xilofagi e di due affreschi rinvenuti da tempo e bisognosi di restauri.

I lavori Il recupero è stato eseguito dal restauratore Gianni Castelletta che, sotto la supervisione dell’ispettore di zona della soprintendenza, la dottoressa Federica Zalabra, è riuscito a consolidare le statue lignee riportando all’originale cromia gli incarnati celati da una pesante ridipintura.

San Severino Martire La sorpresa «è stata grande – dice Andrea Giovannini, presidente dell’associazione l’Astrolabio – in quanto, sotto una pesante rosa, è emersa un’argentatura ossidata che ha ridato luce all’aspetto originario del santo di origini egiziane, Tebe. Il gruppo di statue raffigura un fanciullo disteso con al fianco due magnifici angeli dorati». Si tratta di San Severino Martire «la cui iconografia è quasi del tutto sconosciuta, visto che raffigura uno dei 6600 soldati della legione Tebea, tutti cristiani e massacrati dall’imperatore Massimiano per essersi rifiutati di combattere contro i Galli cristiani».

Il restauro della preziosa statua ha riportato alla luce, aggiunge Giovannini, «un’inscrizione su un piccolo piatto d’argento dove è indicata la famiglia donante, ovvero il nobile Lorenzo Cimini e l’anno di donazione, il 1699». Le statue di notevole fattura, «forse fra le più belle opere barocche della provincia di Terni, provenivano quasi sicuramente da una bottega romana e rappresentano un momento di grande splendore per la Collegiata di Santa Maria, dove tra l’altro, alcuni anni prima, era stato realizzato il prezioso organo Hermans».

Il furto L’anno scorso un ladro è penetrato all’interno della Collegiata di Santa Maria Maggiore, «strappando i due putti e trafugando anche il piattino in argento con l’iscrizione del committente», spiega il presidente. «Inutile descrivere la nostra amarezza». La statua di San Severino, mutila dei due angeli e danneggiata in più punti, «era, quindi, rimasta in attesa di un nuovo restauro, così la nostra associazione ha incaricato il restauratore Castelletta prendendosi a carico tutti i costi».

La fondazione Carit Gli sforzi economici dell’associazione sono però «ben poca cosa rispetto a quello che ha fatto la fondazione Carit, che nell’assoluto silenzio, ha recuperato, nella stessa Collegiata, un’importantissima opera d’arte». Si tratta di un prezioso coro cinque/secentesco decorato con cuoi di Toledo in foglia d’argento. «La particolarità – aggiunge Andrea Giovannini – è la foderatura in cuoio rarissima, presente unicamente a Palazzo Chigi, opera di Gian Lorenzo Bernini». Il restauro ha dato nuova luce al prezioso manufatto «che andrebbe attentamente studiato, visto che il cardinale collescipolano, Francesco Angelo Rapaccioli, era un grande amico del Bernini. Nella speranza che la fondazione Carit completi il restauro delle preziose opere conservate nella Collegiata di Santa Maria Maggiore, la nostra associazione vuole ringraziare pubblicamente per questo prezioso recupero, sconosciuto alla maggior parte della popolazione di Terni».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.