di Massimo Colonna

«Una grande sfida per il territorio, una opportunità ma anche una responsabilità». Così i rappresentanti di Regione, Comune di Terni e Comune di Narni definiscono l’area di crisi complessa, lo strumento approvato di recente dal ministero e su cui proprio questi enti stanno lavorando da anni. Il decreto è in attesa di pubblicazione ma a giorni diventerà operativo e dunque parte la corsa a «promuovere un nuovo sviluppo industriale con il coinvolgimento delle aziende e delle varie parti sociali», come spiega il vice presidente della giunta regionale Fabio Paparelli che cura anche lo Sviluppo economico. C’è tanta carne al fuoco dunque nel progetto che adesso vedrà l’agenzia Invitalia muoversi come incubatore per un piano su cui lavoreranno Regione, Comuni e parti sociali. Il tutto con la sponda del ministero che coordinerà invece il lavoro da Roma.

Intervista Paparelli: il video

Come funziona Dunque l’istituto dell’area di crisi complessa prende forma: a giorni dovrebbe arrivare la pubblicazione ufficiale del decreto del ministero del Lavoro e a quel punto l’iter sarà attivato. La base di partenza è il progetto che la Regione, dopo numerose interlocuzioni con le amministrazioni locali e le parti sociali, ha portato sulla scrivania del Governo per far sì che il protocollo fosse avviato. Da lì si muoveranno due comitati: il ‘Gruppo di coordinamento e controllo’, che farà da riferimento al ministero e che conterà diversi tecnici anche degli enti coinvolti, e un comitato più locale, un gruppo interistituzionale a cui prenderanno parte Regione, Comune di Terni e Comune di Narni con i sindaci Leopoldo Di Girolamo e Francesco De Rebotti a tirare le fila.

I numeri Il gruppo locale dunque lavorerà alla definizione del programma già incardinato anche sfruttando l’agenzia Invitalia, che si occupa di attrazione degli investimenti. Sarà proprio Invitalia il front office per tutte le aziende che vorranno prendere parte al piano, anche «attraverso delle iniziative che saranno organizzate nei vari territori coinvolti». Il percorso dunque include i territori di Terni e Narni ma non solo. La parte più rilevante del progetto riguarda infatti il manifatturiero e il chimico, e dunque soprattutto questi due Comuni, ma c’è poi per esempio anche il settore alimentare che coinvolge anche altri territori. In totale saranno 17 i Comuni potenzialmente interessati. Ancora da definire la cifra totale dell’operazione «visto che verrà decisa soltanto dopo che il progetto avrà conclusa la sua parte progettuale». Per quanto riguarda i tempi i primi risultati concreti dovrebbero aversi ad inizio 2017 e i piani dovranno essere portati a compimento entro tre anni, salvo proroghe.

L’assessore Paparelli Al tavolo di presentazione oltre a Paparelli, Di Girolamo e De Rebotti anche il vicesindaco del Comune di Terni Francesca Malafoglia e l’assessore ai Lavori pubblici ternano Stefano Bucari. «Stiamo parlando di un svolta epocale – ha dichiarato il vicepresidente della giunta regionale Paparelli – per dare una spinta al territorio affinché riparta la manifattura, la produzione e soprattutto l’occupazione. Questo è un passaggio fondamentale, per cui invito tutte le forze socio economiche e istituzionali a partecipare con entusiasmo, sfruttando questi strumenti per rilanciare la produttività del territorio. E’ una grande occasione, per questo credo sia meglio mettere da parte le polemiche e lavorare alacremente per dare un futuro non solo a questa parte dell’Umbria ma a tutta la regione».

I due sindaci «Si tratta di una occasione che non possiamo lasciarci sfuggire – hanno spiegato i due sindaci Di Girolamo e De Rebotti – perché il territorio ha fortemente bisogno di poter sfruttare strumenti come questo che possano fornire un aiuto concreto. Su questo fronte è importante anche la collaborazione che si è instaurata tra le due amministrazioni comunali, che continuano così a collaborare per il territorio su questo filone come su altri».

I punti di sviluppo Il piano riguarderà in particolare i comparti della siderurgia, della chimica e della produzione alimentare. Quattro i punti da sviluppare: l’industria pesante, le infrastrutture, la ricerca e l’ambiente. Su questi temi dunque dovranno essere sviluppati progetti e piani di investimenti da inserire nel programma già impostato dalle istituzioni, dunque anche con l’appoggio di Invitalia. Per poi avere un parere dal gruppo di lavoro del ministero e poter così trovare compimento entro i prossimi tre anni.

@tulhaidetto

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