di M.R.
Società sportive in fila per ricevere il contributo economico da parte del Comune di Terni ma l’erogazione è viziata: da due diversi uffici di palazzo Spada, sono state dettate disposizioni contrapposte. Fattura sì o no? È proprio questo che tiene i soldi bloccati nel cassetto e tra i rappresentanti delle varie realtà sportive della città esplode la polemica.
Sport Lunedì pomeriggio delegazioni delle società Olympia, Boccaporco, Rosselli, Prampolini, Cimarelli, Dinamo e Farini hanno rallentato i lavori del consiglio comunale rispetto all’ordine del giorno prestabilito, si è riunita infatti la conferenza dei capigruppo per fare il punto su una vicenda che si trascina ormai da tempo. Tra l’ente di piazza Ridolfi e le varie società sono in essere delle convenzioni che hanno impegnato per moltissimi anni il Comune a versare alle associazioni dilettantistiche un contributo di 4 mila euro, fatta eccezione per il Campitello che percepisce una somma superiore forse in ragione delle maggiori dimensioni delle strutture che gestisce rispetto alle altre.
Contributi o corrispettivi Da convenzione, i soldi erogati da palazzo Spada sono sempre stati riconosciuti e configurati come contributo per le attività di promozione sociale, sportiva e aggregativa delle associazioni. Dal 2013, e non è chiaro quale sia il reale motivo, l’ufficio ragioneria senza notificare la decisione attraverso atto pubblico o comunicazione formale alle società, ha iniziato a richiedere verbalmente la fatturazione di questi 4 mila euro annui. A quel punto, quello riconosciuto come contributo, avrebbe assunto la forma di corrispettivo per le attività svolte presso i vari Centri sportivi, determinando così un vizio di forma dal punto di vista giuridico, in quanto essendo tali società no profit e non avendo personale dipendente, non possono fatturare.
Autorità sportive «Sulla questione – racconta l’assessore allo sport Giacchetti – si è espresso il Coni regionale, la Figc e tutte le istituzioni umbre del caso, che hanno rigettato tale modus operandi. La giustificazione fornita dagli uffici – afferma Giacchetti – si basava sul fatto che nella convenzione che regola i rapporti del Comune con le società non era ben specificato se quei soldi fossero contributi o corrispettivi. Io stesso allora ho presentato una delibera con reinterpretazione del testo per porre fine al tourbillon ma la dirigente esprime parere contrario e continua a ritenere necessaria la fatturazione, questa cosa va avanti da oltre un anno». Eppure dal ’96 al 2013 quei soldi sono stati erogati senza problemi e nel frattempo non pare sia cambiato nulla in termini di leggi vigenti in materia. Le cose allora sono due: o per oltre quindici anni i fondi sono stati stanziati erroneamente o si vuole iniziare a sbagliare adesso.
Associazioni Una cosa è certa: i rappresentanti delle varie società sportive aspettano che il nodo si sciolga presto: «Almeno mettete per iscritto la necessità di fatturazione tuonano». Di certo però non sono solo loro a voler risolvere la questione, l’assessore Giacchetti è estremamente determinato e senza se e senza ma ha chiarito: «Mi assumerò io la responsabilità di versare i contributi senza fattura».
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