di F.T.

Arrivano i primi risultati ufficiali dei campionamenti effettuati dall’Arpa nei pressi del rimessaggio camper di strada della Selva, distrutto dalle fiamme nella notte fra il 22 e il 23 luglio. Dal particolato atmosferico emerge una presenza massiccia di diossine e furani nelle 24 ore successive l’incendio. Un dato che, a distanza di 48 ore, appare ridimensionato ma comunque superiore a quello fissato dalla legge.

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Diossine-furani Il riferimento normativo per le diossine-furani, fissato dalla commissione consultiva tossicologica nazionale, impone una concentrazione massima per gli spazi esterni pari a 40 femto grammi per metro cubo di aria. Il primo campionamento del particolato atmosferico effettuato da Arpa nelle 24 ore successive il rogo (dalle ore 13.43 del 23 luglio alla stessa ora del giorno dopo) ha rilevato una presenza di diossine-furani pari a 2.330 femto grammi: ben 58 volte superiore alla soglia massima. Il secondo campionamento, concluso il 25 luglio, vede il dato scendere fino a 132 femto grammi di diossine per metro cubo d’aria.

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Commento «La presenza degli inquinanti e il trend di decrescita delle loro concentrazioni – spiegano dall’agenzia regionale per l’ambiente – sono intrinsecamente connessi all’incendio, nel corso del quale è avvenuta la combustione di materiali prevalentemente plastici». La differenza fra le rilevazioni effettuate nelle 24 e nelle 48 ore successive il disastro riguarda anche le concentrazioni dei policlorobifenili ‘diossina simili’ (da 177 a 23,4 femtogrammi) e dei Pcb individuati dalle tabelle dell’Istituto superiore di sanità (da 111 a 86,5 pico grammi). La diminuzione, anche se meno significativa, è stata riscontrata anche nella concentrazione di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), con il valore di Benzo(a)pirene decisamente al di sotto della soglia di legge.

Vegetazione Il giorno successivo l’incendio Arpa ha anche prelevato quattro campioni di vegetazione spontanea nelle aree adiacenti il rimessaggio. I risultati ottenuti, per l’agenzia ambientale «hanno un valore conoscitivo utile alle indagini (del quale non viene però offerta alcuna lettura, ndR), ma non esistono specifici limiti normativi». Nei quattro campioni sono stati riscontrate concentrazioni di policlorobifenili ‘diossina simili’ che vanno da 6,82 a 41,8 pico grammi per metro quadrato, Pcb fissati dall’Iss compresi fra 53,1 e 197 nano grammi/m2 e diossine-furani fra 25,2 e 85,9 pico grammi/m2.

Nuovi campionamenti Dall’Arpa fanno sapere che «a seguito dei risultati, venerdì mattina in prefettura si è tenuta una conferenza dei servizi coordinata dal viceprefetto vicario Andrea Gambassi, a cui hanno partecipato Provincia (il dirigente settore ambiente Paolo Grigioni), Asl, Arpa e gli assessori all’ambiente dei comuni di Narni (Alfonso Morelli) e Terni (Emilio Giacchetti). Nel corso dei lavori – recita la nota – è stato stabilito che Arpa e Asl svolgeranno ulteriori controlli sulle matrici ambientali e alimentari». Nello specifico l’Arpa provvederà nei prossimi giorni ad effettuare nuovi campionamenti (uno di aria e otto di suolo) nelle zone circostanti il luogo dell’incendio.

La prefettura In merito al tavolo di venerdì mattina, la prefettura di Terni ha diffuso una propria nota: «Nel corso dell’incontro – si legge – il direttore del dipartimento di Terni dell’Arpa, Adriano Rossi, ha reso noto l’esito dei primi campionamenti effettuati sul particolato atmosferico nelle aree circostanti il deposito dai quali emerge la presenza, seppure già in progressiva diminuzione, di diossina e furani. Nell’ambito della riunione – spiegano dall’ufficio territoriale del Governo – è stato concordato che l’Arpa effettuerà ulteriori controlli sulle matrici ambientali, quali aria e suoli, mentre l’Ausl Umbria 2 provvederà ad ulteriori analisi sulle matrici alimentari».

Ordinanze Fra le decisioni assunte dalla conferenza dei servizi, c’è la conferma delle ordinanze adottate in via precauzionale dai comuni di Terni e Narni per evitare il consumo di prodotti coltivati nelle aree già individuate e limitrofe all’evento. Ordinanze che resteranno in vigore «fino all’esito dei risultati delle indagini ambientali e sugli alimenti».

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