La struttura di Terni

«Il punto di arrivo e di sintesi di un percorso iniziato qualche anno fa». Così il professor Andrea Crisanti definisce il nuovo laboratorio di biotecnologie, all’interno del complesso universitario di medicina e chirurgia di Terni. La struttura, completata lo scorso 24 aprile, è già in funzione. Sette le persone che vi lavorano al momento. Perché entri a pieno regime, si dovranno attendere circa sei mesi. Il tempo necessario per installare e validare le attrezzature necessarie.

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La struttura L’opera, progettata dall’ingegner Marcello Boccio e dai tecnici del comune di Terni, nasce da un accordo di programma sottoscritto da più soggetti (regione, provincia, comune, università e facoltà di medicina) e finanziato direttamente dal comune di Terni (447 mila euro), dall’università degli studi di Perugia (250 mila) e dal ‘Polo d’innovazione genomica, genetica e biologica’ (250 mila euro), quest’ultima società consortile che ha l’obiettivo di diffondere sul mercato le tecnologie individuate attraverso la ricerca.

Contenuti La ricerca avviata nell’ambito del Centro di genomica funzionale dell’università di Perugia ha un impatto trasversale in diversi campi: dalla medicina alla biologia, fino alla botanica, veterinaria, scienze agrarie ed informatica. Gli studi, come quello sul sequenziamento del Dna genomico, possono portare alla scoperta delle basi molecolari della suscettibilità alle malattie nell’uomo, della virulenza e resistenza ai farmaci nei micro-organismi, di proprietà di crescita, peso e forma nella botanica e zoologia.

Strumenti In questo contesto il laboratorio di biotecnologie di Terni, una volta fornito degli strumenti necessari, «rappresenterà – come spiega il professor Crisanti – una struttura unica in Italia, in grado di sostenersi in maniera autonoma, senza ricorrere a fondi e sussidi pubblici». Fondi, viceversa, necessari per le strumentazioni finanziate dalla regione e dal ministero della salute con 1,5 milioni di euro a testa), attraverso il progetto europeo Capacities Infravec (950 mila euro) e dalla fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni (480 mila euro).

Il contesto «Questo sarà il secolo della genetica e della genomica – osserva il responsabile del progetto – e i progressi fatti in questi campi ci permetteranno di conoscere le basi della vita di migliaia e migliaia di organismi, con ripercussioni in tutta una serie di ambiti fondamentali. Le informazioni a disposizione aumentano in maniera esponenziale e ogni giorno si registrano nuovi passi avanti».

La ricerca Il Polo d’innovazione di Terni punta a trasferire queste conoscenze alla società e alle imprese, rispondendo alla domanda di innovazione in materia di genetica, genomica e biologia. Negli ultimi cinque mesi il fatturato della struttura è passato da circa 40 mila euro mensili a ben 150 mila euro, segno di un interesse crescente. Fra le principali ricerche attivate, quella sulla malaria che ogni anno conta circa 300 milioni di casi in tutto il mondo: «Gli esperimenti sulle zanzare responsabili di trasmettere la malattia verranno fatte a Terni. L’obiettivo è attuare quelle modifiche genetiche in grado di ‘sbilanciare’ il rapporto fra maschi e femmine portatrici di malaria, giungendo a un punto critico e quindi al collasso della riproduzione, il tutto senza conseguenze né rischi per l’ambiente».

Il commento Dati che il sindaco Di Girolamo accoglie con fiducia: «Se le cose andranno nel senso auspicato – afferma – proprio nella nostra città potrà essere scritta una pagina importante della storia della sanità nel mondo. Come Comune abbiamo realizzato un laboratorio unico in Italia, raccogliendo una sfida che ci viene dalle istituzioni regionali e universitarie. Il tutto attraverso un contributo professionale, interno alla struttura comunale, di altissimo livello. Entro fine anno il nuovo laboratorio sarà funzionante al cento per cento».