di Massimo Colonna

«C’è una sociologa americana che nella sua operava criticava quegli amministratori che dicono sempre di no, che non danno la possibilità di provarci e così non permettono alla città di crescere». Inizia con questa immagine la conferenza dell’assessore alla Cultura Giorgio Armillei, che martedì mattina in Comune ha voluto fare il punto della situazione dopo che Terni ha mancato anche la seconda opportunità per la candidatura a capitale italiana della cultura, stavolta in favore di Pistoia. Armillei ha prima elogiato il lavoro portato avanti dal suo gruppo di lavoro e poi ha criticato quella parte della città «una parte minoritaria ma comunque organizzata che pensa solo a dire questo non si può fare e questo nemmeno, senza neanche provare».

Buona partita Armillei per una volta veste i panni dell’allenatore di calcio: «Diciamo che abbiamo perso la partita, ma ora dobbiamo pensare alla prestazione della squadra. E di questa siamo tutti orgogliosi, parlo anche a nome del sindaco, perché siamo riusciti a presentare un progetto che guardava avanti partendo da alcuni elementi della città. E’ stato un gruppo eterogeneo e questo secondo me è un valore, perché per mia natura non sono portato a lavorare con chi la pensa esattamente come me, perché così si appiattisce tutto».

Candidatura 2018 Sulla possibilità che Terni presenti la propria candidatura anche per il prossimo anno, Armillei ha spiegato: «Dobbiamo prima valutare perché il ministero ci ha comunicato che per il prossimo bando il format sarà diverso, quindi cambieranno anche le caratteristiche da mettere in campo. Aspettiamo di capire come ci si muoverà su questo fronte e poi valutiamo. Comunque i progetti annunciati nel bando attuale saranno portati avanti lo stesso, ovviamente con un budget ridotto, ossia quello a nostra disposizione senza gli introiti del premio nazionale».

Scetticismo L’assessore poi è tornato sull’aria che si è respirata in questi mesi in città a proposito della candidatura di Terni, dopo che lo stesso sindaco nelle scorse settimane aveva notato troppo scetticismo. «Io non comprendo – ha spiegato Armillei – chi fa disfattismo a priori e dice sempre che questo non si può fare e questo nemmeno. Secondo me non è un buon modo di pensare alle cose, perché comunque ti preclude delle opportunità di crescita. Io credo comunque che queste persone siano una minoranza organizzata che magari riesce ad influenzare qualcuno. Ma questa città è diversa, vuole provare».

Da rivedere «Un passaggio che forse potevamo sviluppare meglio – ha proseguito Armillei – è la comunicazione con la commissione, visto che forse non siamo riusciti a far passare in pieno quali fossero le nostre priorità. Ma il gruppo (formato da Michele Rossi, Elena Alessandrini, Valentina Gregori, Linda Di Pietro e Anna Amati, ndr) che ringrazio pubblicamente anche perché ha lavorato gratuitamente, ha dimostrato tutto il suo valore».

Forza Italia Sulla questione interviene anche la sezione ternana di Forza Italia con una nota a firma Marco Grilli. «La candidatura di Terni è come aver puntato tutte le fiche sul due di bastoni quando a tavola regnava coppe. E poi, dopo la grande mossa, vantarsi per il coraggio dimostrato invece di sottacere per l’insana follia. Questo non significa voler distruggere la nostra città né voler lasciare inalterato lo status quo che la domina: anzi è proprio tutto il contrario. Terni si è candidata sapendo di non avere un substrato culturale idoneo, non abbiamo un teatro, non abbiamo una sapiente ed illuminata gestione museale, non abbiamo amministratori preparati nel campo dei beni culturali); non abbiamo saputo coinvolgere gli operatori, non abbiamo saputo scegliere una commissione adeguata. Ora serve una profonda riflessione, che in primis dovrebbe coinvolgere tutta l’amministrazione: sono state davvero fatte le scelte adatte per tale scopo?»

Twitter @tulhaidetto

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