L'impianto ex Printer

Le questioni ambientali, oltre che prese di posizione ufficiali da parte del ministero, continuano a provocarne di infuocate in ambito locale. Stavolta è Rifondazione comunista ad alzare la voce.

Il Css Mentre a Terni, dice Rc, «si consuma l’ennesimo trauma ambientale legato alle uova contaminate da diossina, con una amministrazione più attenta a minimizzare piuttosto che a indagare sulla reale entità del fenomeno, la giunta regionale preadotta l’adeguamento del piano di gestione dei rifiuti presentato dall’assessore Rometti, che prevede la produzione di Css».

I timori L’assessore Rometti, insiste Rifondazione comunista, «presenta un piano che prevede la produzione di Css sia nel territorio ternano che perugino, ma con il vincolo che la vendita sia effettuata fuori regione. Difficile credere a tali parole, quando basterebbe che un’azienda sita fuori regione acquistasse il prodotto finito, per poi rivenderlo tranquillamente a diretti interessati come Acea, Barbetti, Colaiacovo, eccetera. La legge lo consentirebbe ed il Css tornerebbe negli inceneritori e cementifici umbri».

La polemica Un tale piano «non è accettabile e dimostra ancora una volta l’arroganza di un Pd che dall’alto impone e dal basso esegue; silenziando le voci di dissenso e sventolando normative europee come il vessillo di un bravo studente, che sta eseguendo bene il compitino impartitogli. Rifondazione comunista si schiera contro tutto questo e ritiene che l’unica alternativa possibile sia quella di una chiusura del ciclo dei rifiuti con un impianto finalizzato al massimo recupero e riciclo e non certo alla produzione di Css».

La richiesta Rifondazione chiede quindi «la piena applicazione della strategia ‘rifiuti Zero’, ricordando alla giunta Di Girolamo e a quanti si sono spacciati come paladini dell’ambiente, che la delibera del 18 Dicembre 2013 è rimasta fino ad ora lettera morta», e che «si cerca di addolcire il piano promettendo una diminuzione delle tariffe, ma per produrre Css sono necessari rifiuti e ciò non concorda con l’estensione del porta a porta e con l’adozione di una tariffa puntuale, che in base al quantitativo prodotto porterebbe ad un notevole risparmio per le tasche dei cittadini».

Vascigliano Altro caso emblematico, secondo Rifondazione comunista «è quello di Vascigliano, che dopo aver vissuto il dramma del rogo della Ecorecuperi, di cui ancora non si conoscono le reali conseguenze, vive il rischio di poter vedere sorgere sul proprio territorio due impianti di incenerimento, che potrebbero addirittura aumentare fino ad un massimo di cinque, grazie ad un regolamento regionale che facilita la nascita di strutture di piccola taglia e che non pone vincoli sull’acquisizione di materia prima entro un certo chilometraggio».

La manifestazione Secondo Il Prc, insomma, «è necessario impedire tutto questo costruendo la più ampia mobilitazione possibile in vista della manifestazione indetta da comitati e associazioni per l’11 ottobre, alla quale aderiamo con l’intento di promuovere qualsiasi azione che serva a rispedire al mittente, un piano degno di una sciagura ambientale».

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