di Marta Rosati

Sono rimasti fermi davanti alla scuola primaria di Gabelletta, dopo il suono della campanella alle 8.15 per circa tre minuti occupando la sede stradale. Una cinquantina di persone tra mamme, papà e bambini, in protesta; sono i rappresentanti del comitato di quartiere, i quali temono che l’edificio dove vengono educati i propri figli non sia sicuro, soprattutto a seguito delle recenti scosse di terremoto che hanno determinato la sospensione dell’attività didattica per tutta la settimana appena trascorsa. Per molti bimbi della scuola elementare in questione, non è ripresa neanche lunedì mattina. Terminato il flash mob, zaino in spalla se ne tornati a casa.

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Mamme e papà in strada per protesta Non sono mancati momenti di tensione, la forma di protesta ha determinato per qualche minuto il blocco del traffico lungo via Gabelletta e gli automobilisti non hanno esitato ad attaccarsi al clacson sperando in  uno sgombero tempestivo. In un caso, si è reso necessario l’intervento di un agente di polizia municipale, sul posto insieme ad un altro collega, per sedare l’animo di una donna al volante della propria vettura che ha cercato di spiegare: «Farò tardi al lavoro». I genitori non hanno sentito ragioni e fin quando non hanno deciso che fosse il momento di smettere sono rimasti lì immobili fronte scuola.

Scuola di Gabelletta sotto i riflettori La loro protesta comunque non finisce qui. Stamattina una delegazione del comitato si sarebbe di lì a poco recata dalla dirigente scolastica per informarla dell’iniziativa intrapresa e ottenere specifica documentazione da portare all’attenzione del consiglio comunale di Terni. A Palazzo Spada i lavori riprendono proprio lunedì pomeriggio e il comitato Gabelletta confida in un’audizione da parte della conferenza dei capigruppo a inizio seduta. Le cose che sperano di ottenere sono sostanzialmente tre:  la valutazione di vulnerabilità sismica, una nuova scuola «Ce l’avevano promessa nel 2009» raccontano; e, nell’attesa che sorga quella, una sede temporanea sicura. Intanto però una prima risposta da Palazzo Spada è arrivata: La scuola primaria di Gabelletta nel corso degli anni è stata sottoposta a due interventi di rinforzo strutturale, uno risalente al 1979 e l’altro al ’97 e dagli ultimi sopralluoghi non presenterebbe  problemi di stabilità e agibilità.

In consiglio Nel pomeriggio poi, come annunciato, una ventina di mamme e papà si sono presentati nella sala consigliare di Palazzo Spada in occasione dell’inizio del consiglio comunale. Una delegazione è stata poi accolta dai capigruppo, in una riunione a cui hanno preso parte anche i presidenti delle commissioni. «Siamo qui – hanno spiegato i genitori ascoltati dai rappresentanti politici e dal presidente del consiglio comunale Giuseppe Mascio – per mostrare le nostre incertezze in merito alla sicurezza della struttura. Struttura eretta nel 1919 e dunque ovviamente non più al tempo con le recenti norme. Per questo chiediamo certezze in merito alla tenuta sismica della scuola, perchè noi non siamo sicuri. Inoltre c’è da considerare anche il piano di evacuazione: basta considerare che le porte antipanico sono montate al contrario e i bimbi, una volta fuori da queste porte, si troverebbero, nella malaugurata ipotesi di necessità di evacuazione, in mezzo alla strada. L’ipotesi che noi mettiamo in campo è quella di utilizzare l’edificio prima utilizzato dall’università lungo la Marattana». L’incontro, come da regolamento, non ha previsto repliche ma solo l’ascolto della delegazione dei genitori. La questione sarà ora presa in carico dalla giunta.

La Lega Nord Sul caso interviene anche la Lega Nord con il referente su Terni Federico Cini e il componente del comitato Dario Salvi. «Ristrutturare un edificio come quello esistente, datato 1920 potrebbe rivelarsi operazione lunga e costosa e non potrebbe portare ai risultati sperati. Non è neanche possibile permettere ai bambini di frequentare una scuola priva del certificato di vulnerabilità sismica, con porte antipanico che si aprono verso l’interno e alcune che danno direttamente sulla strada. Ecco perché una soluzione è quella di spostare l’attività scolastica nella ex università di Maratta, mettendo a disposizione delle famiglie, dei pulmini per facilitare il trasporto dei bambini. E poi c’è la necessità di intervenire in maniera radicale sulla struttura, demolendo quella esistente e costruendone una nuova».

@martarosati28

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