Un operaio impegnato durante un incendio

Dopo l’ennesimo ritardo sul pagamento degli stipendi, stavolta quelli di luglio che arriveranno il 31 e non il 20, i dipendenti dell’Agenzia forestale regionale attraverso i sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione. «Non è possibile – spiegano in una nota Cgil, Cisl e Uil – che un’azienda come l’Agenzia, che ha un’attività così importante e che si distingue per i buoni risultati economici, debba lottare quotidianamente con una disponibilità finanziaria assolutamente inadeguata». Il ritardo è dovuto alle difficoltà finanziarie con le quali si dibatte l’Agenzia sin dalla sua creazione nella precedente legislatura, quando ha preso il posto delle comunità montane.

Stato di agitazione «Abbiamo già sollecitato l’assessorato regionale – fanno sapere dalle tre segreterie regionali – e richiesto ufficialmente un incontro da oltre un mese. Ad oggi non ci sono state risposte. Ci vediamo pertanto costretti ad attivare lo stato di agitazione e, nei prossimi giorni, in un’assemblea generale che si terrà sotto la sede della Regione Umbria, decideremo insieme ai lavoratori le iniziative di lotta da mettere in campo». Sul caso interviene anche Sel attraverso il coordinatore regione Fausto Gentili, secondo il quale «a distanza di tre anni, come era prevedibile, vengono al pettine alcuni nodi cruciali che non sono stati affrontati con la dovuta determinazione, dalla gestione delle risorse finanziarie derivate dalla progettazione e da accordi con altri enti alla sottovaluzione delle potenzialità che questo ente potrebbe avere in merito a temi di grande e drammatica attualità: controllo del dissesto idrogeologico, salvaguardia del territorio e bonifica idraulica».

Finanziamenti Gentili poi sottolinea quello che è uno dei problemi dell’Agenzia, ovvero il fatto che essa si finanzia prevalentemente con fondi europei, che vengono erogati dai 18 ai 24 mesi dopo la spesa. «Bisognerebbe dunque garantire – conclude – una adeguata anticipazione di cassa per evitare che lo scarto temporale crei problemi ai lavoratori e ai fornitori. Nel frattempo, forse per aumentare la confusione, qualche assessore regionale pensa di riunificare l’Agenzia e le disciolte comunità Montane, in quanto a distanza di tre anni ancora non è concluso il processo di liquidazione di quegli enti».

I problemi Ascoltato mesi in fa in consiglio regionale, l’amministratore unico dell’Agenzia Massimo Bianchi aveva spiegato quelli che sono alcuni dei problemi dell’Agenzia, un ente tutto sommato tiene dal punto di vista economico ma che deve combattere ogni mese con i problemi di cassa dovuti ai ritardi con cui si incassano le risorse. Le spese medie mensili si aggirano intorno ai 2,5-3 milioni di euro, soldi che servono per stipendi, contributi e acquisto di materiali. Fin quando il meccanismo degli anticipi e delle rendicontazioni regge la macchina cammina; quando si inceppa, come in questi giorni, saltano i pagamenti. In questo quadro vanno tenuti in considerazione i crediti: oltre 10 milioni di euro nell’ottobre scorso, dei quali 6,5 riguardano fondi europei e 2,5 convenzioni con i Comuni. Sempre nell’ottobre scorso poi dalle vecchie Comunità montane andavano incassati 8 milioni, di cui 6 per l’accantonamento del Tfr.

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