di Chiara Putignano

‘Mister B’ a Terni è l’uomo del momento. Un imprenditore di successo, coordinatore nazionale del partito Alternativa popolare e adesso sindaco della città dell’Acciaio. Insomma, un uomo dai mille ruoli che nella serata di lunedì 5 giugno finisce sotto i riflettori di ‘Report’. Al centro dell’inchiesta il sequestro di 20 milioni di euro all’Unicusano, università telematica del patron della Ternana. Oltre alla lente di ingrandimento dei finanzieri, le attività economiche dell’imprenditore livornese vengono passate al setaccio del giornalista Luca Bertazzi che, con la collaborazione di Marzia Amico, ricostruisce la storia «dell’uomo che ambisce a diventare il nuovo Silvio Berlusconi». Se sulla presunta evasione fiscale saranno le forze dell’ordine a fare chiarezza, nel frattempo i giornalisti svelano quello che si nasconde sotto il tappeto dell’ateneo Niccolò Cusano: moltissime società, investimenti insoliti, ‘conti che non tornano’ e macchine di lusso.

Unicusano Era il 2006, sul filo del rasoio, a tre giorni dalle dimissioni e dalla caduta del governo Berlusconi, Letizia Moratti come ultimo atto approva cinque università telematiche, tra cui Unicusano. Quasi vent’anni dopo, nel parcheggio della sede principale a Boccea ‘riposano’ sotto un telo due auto di lusso: una Rolls Royce e una Ferrari gialla, acquistate con i soldi delle tasse universitarie. Quei gioiellini sono gli stessi sequestrati dalla Guardia di Finanza. Da gennaio l’Unicusano è indagato dalla Procura di Roma, nell’ambito dell’operazione condotta dalle fiamme gialle per presunta evasione. L’ateneo, come confermato dal Tribunale del riesame di Roma, è una holding che beneficia del regime fiscale delle università, anche se di fatto è un’impresa commerciale. Controlla moltissime società, anche oltreoceano: dalla compravendita di animali vivi, ad aziende produttrici di alimenti preconfezionati, altre ancora attive nella cosmesi, un solarium e, non per ultimo, il calcio.

Finanziamenti «La politica non dovrebbe essere finanziata dai privati, ma dallo Stato», dice Bandecchi al giornalista. Ma dal 2019 al 2021 Bandecchi è stato il maggiore finanziatore di Forza Italia (150 mila euro). Ed ha finanziato anche molti politici: il ministro Tajani, 100 mila euro, Rocca e D’amato, che suo malgrado hanno rifiutato i soldi, poi Di Maio. Alle scorse politiche Bandecchi confessa che avrebbe voluto partecipare con il Terzo polo, «ma Calenda disse che ero un fascista perché indossavo che una maglietta dei paracadutisti. Non sono mai stato fascista, quindi non sapevo fossero frasi fasciste». Bandecchi si professa un uomo di centro, ma curioso è il finanziamento all’europarlamentare leghista, Angelo Ciocca, ex studente Unicusano. Il politico finanziato nel 2019 per la sua carriera (80 mila euro): «L’imprenditore investe sulle qualità umane che ha apprezzato di uno studente che conosce». Tra oltre cinquanta politici marchio Unicusano, anche il ministro Lollobrigida, che però non ha mai ricevuto alcun finanziamento.

Bandecchi e i media «Voglio far paura agli altri. La televisione e la radio sono come una pistola. Non devo usarla per forza, ma sai che ce l’ho». Il giornalista Luca Bertazzi apre una parentesi su Radio Cusano Campus, di proprietà di Bandecchi e nata nel 2014. Un ex dipendente racconta l’ambiente di lavoro in radio. Ricorda di un giorno in cui fu convocato per una riunione insieme a tutto lo staff, lì Bandecchi disse: «Io nel mondo dell’editoria sono una potenza. Voi avete distrutto un sogno. Questo progetto può superare la Rai, la Fininvest, Sky». Quella sera alle 19 licenziò tutta la redazione, per poi riassumerla la mattina dopo, facendo firmare ai dipendenti un nuovo contratto. Paghe più basse e più ore lavorative, ma «il presupposto principale è l’ubbidienza», disse Bandecchi ai dipendenti.

La Ternana «Un giocattolino che costa milioni» quello della squadra delle Fere. L’inchiesta della guardia di finanza – che Bandecchi definisce ‘supercazzola’- riguarda il sequestro di 20 milioni di euro di Unicusano investiti sulla squadra, soldi che non rientrano nelle tre missioni fondamentali di un ateneo. Al giornalista ‘Mister B’ dice: «Quello che contesta l’inchiesta è una super cazzola di quelle vere. Ci venne in mente di acquistare la Ternana perché l’ateneo sta sul mercato e aveva bisogno di notorietà. La nostra università non ha debiti e con le marginalità lo Stato ci consente di fare quello che vogliamo».

Sindaco di Terni Per l’ennesima volta, in tv, ripercorsa la scalata di ‘terremoto Bandecchi’ che ha scosso la comunità ternana e la politica tradizionale, fino all’elezione a sindaco della città di San Valentino. ‘Report’ più di altri esaspera il personaggio che definire sopra le righe è un eufemismo e dalle interviste a persone col volto travisato passa pure una scarsa credibilità dell’ateneo che ha fondato. Si parla di studenti agevolati, ‘esami barzelletta’. Buona parte di Terni davanti alla tv si indigna, sui social i commenti si susseguono. I modi di fare di Bandecchi non possono lasciare indifferenti. Come presidente della Ternana, dopo diversi obiettivi sfumati pare sia a un passo dall’addio; come sindaco, ha appena cominciato.

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