di Chiara Fabrizi
Assemblea calda quella andata in scena mercoledì pomeriggio a Villa Redenta dove il sindaco Fabrizio Cardarelli, affiancato dai dirigenti della Provincia di Perugia, ha incontrato i genitori dei circa 400 studenti del liceo scientifico, la scuola di proprietà dell’ente di piazza Italia danneggiata dal sisma del 30 ottobre. Qui sono in corso gli interventi di ripristino del caso, mentre gli iscritti dopo il lungo stop hanno ripreso le lezioni nelle sedi del liceo classico e del liceo linguistico, entrambe nel cuore del centro storico.
Caso liceo scientifico Il primo cittadino di fronte ad alcune centinaia di mamme e papà si è preso ancora qualche giorno di tempo per decidere se al termine dei lavori gli studenti potranno rientrare nella scuola, una delle poche in città dotata del certificato di vulnerabilità sismica risalente al 2008 e che comunque assegna al liceo la classificazione di ‘alta’. Il primo cittadino, che peraltro è prof di matematica al liceo, ha spiegato che «una volta ultimati gli interventi informerà la prefettura e altri tecnici al fine di accertare la totale sicurezza dell’istituto e quindi la ripresa delle lezioni nella sede». Ad aprire i lavori erano stati proprio i tecnici della Provincia di Perugia, gli ingegneri Andrea Rapicetta e l’avvocato Bruno Palazzetti. Ed è stato proprio quest’ultimo, dirigente responsabile del patrimonio dell’ente e quindi del liceo scientifico, che di fronte alle forti preoccupazioni dei genitori ha tentato di mettere in ordine a un confronto che più volte ha fatto registrare toni esasperati: «Non ci sono rischi – ha ripetuto più volte Palazzetti – l’istruttoria tecnica è stata fatta con scrupolo e coscienza non con calcoli di probabilità. La responsabilità ce la prendiamo interamente noi e non permetto a nessuno di dire che abbiamo giocato con la pelle dei vostri figli. Per noi la scuola è sicura e lo diciamo sulla base di dati scientifici, poi se il sindaco ritiene di fare diversamente lo farà per altri motivi, non certo sulla scorta della nostra istruttoria». Tra le ipotesi spuntate anche quella di riqualificare la vecchia sede dell’istituto professionale, sempre di proprietà della Provincia e ormai inutilizzata da tempo, tanto che risulta approvato e finanziato un progetto da 150 mila euro finalizzato proprio a recuperare l’edificio scolastico. Sul piatto anche l’ipotesi di collocare moduli prefabbricati che richiedono però almeno sessanta giorni di lavorazioni per essere consegnati, così come spiegato da Palazzetti. Intanto gli studenti per la settimana in corso resteranno nelle sedi dei licei classico e linguistico, mentre dove riprenderanno le lezioni a partire da lunedì è ancora tutto da capire.
La materna di Eggi trasloca a San Giacomo Da giovedì 17 novembre le lezioni della scuola dell’infanzia di Eggi si terranno negli spazi dell’oratorio di San Giacomo. La decisione è stata presa per facilitare lo svolgimento della regolare attività educativa della scuola, vista l’inagibilità riscontrata in alcuni locali della struttura di Eggi. «Vogliamo ringraziare – ha detto il sindaco Fabrizio Cardarelli– l’Arcivescovo Renato Boccardo, il parroco di San Giacomo don Giovanni Cocianga e la Curia per aver messo a disposizione i locali dell’oratorio». A far eco il vicesindaco Maria Elena Bececco, con delega alla scuola: «Ci tengo a sottolineare anche la disponibilità della dirigente scolastica Norma Proietti e dei genitori dei bambini per avere condiviso con noi l’individuazione della nuova sede in attesa di completare in tempi brevi i lavori di messa in sicurezza di alcuni spazi della scuola di Eggi».
M5s scrive alla Prociv Sul caso scuole resta alta l’attenzione del M5s che attraverso il consigliere Elisa Bassetti nelle ultime ore ha scritto alla protezione civile. In una nota il gruppo di opposizione ricostruisce: «Quando nel 2010 la Cassazione confermò le condanne per il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, Spoleto 5 Stelle chiese che analogamente l’alta sismicità del territorio spoletino in relazione allo stato degli edifici costituisse motivo di procedere alla messa in sicurezza di questi ultimi. Dopo tre anni di silenzio da parte dell’amministrazione di allora, nel 2013 il Sindaco Benedetti disse in consiglio comunale: ‘La possibilità di raggiungere l’EMAS è del 90% adesso e le scuole sono quasi tutte antisismiche’. Lo stato dei fatti nel 2016, all’indomani dei terremoti ancora in corso, racconta un’altra versione: scuole inagibili, “soluzioni” precarie, assoluta incertezza sull’apertura di questo o quell’istituto fino alla sera prima delle lezioni. Il Sindaco Cardarelli è a conoscenza dello stato delle scuole comunali di Spoleto. Ha dichiarato che 11 di esse non sono provviste di certificazione di vulnerabilità sismica, (che è obbligo giuridico secondo l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 2003). E’ anche a conoscenza delle strutture la cui certificazione indica un alto livello di vulnerabilità ed è senz’altro a conoscenza anche delle eventuali raccomandazioni di interventi in esse contenute. Su chi ricadrà la responsabilità di non aver ovviato nei termini di legge sulle mancate certificazioni di vulnerabilità? E perché Spoleto non ha mai usufruito del fondo istituito presso il Fondo unico per l’edilizia scolastica istituito presso il Miur, a differenza di Terni, Perugia, Marsciano e Città della Pieve? Il caso esemplare del Liceo Scientifico, la cui struttura è agibile in fascia “A” ma con una certificazione di “alta vulnerabilità” ha messo i genitori di tutte le scuole in uno stato di agitazione e ha di fatto indotto la proroga della riapertura dell’istituto, forse ne determinerà direttamente il ricollocamento. Ricordiamo anche il caso della scuola materna di Eggi con inagibilità di fascia “C” e allo stesso tempo con uno alto indice di vulnerabilità sismica. La scuola non rientrava nell’ordinanza di chiusura ed è stata chiusa solo dopo le rimostranze delle maestre e dei genitori. Ebbene questi bambini ad oggi non stanno andando a scuola. L’amministrazione deve dare delle risposte al più presto e trovare delle soluzioni urgenti. Complessivamente le scuole di Spoleto riportano uno stato ibrido che bisognerebbe intersecare con i dati sulla vulnerabilità sismica degli edifici. Questo stato è da un lato ancor più complesso da gestire rispetto alla piena inagibilità delle strutture, e desta nella popolazione una profonda preoccupazione. Ai sensi del Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico, gli edifici scolastici hanno funzioni strategiche nei piani di emergenza di protezione civile. Per questi motivi, la consigliera del Movimento 5 Stelle Elisa Bassetti ha sentito il dovere di segnalare la situazione alla Protezione Civile Nazionale per chiedere un intervento urgente, diretto e specialistico di esperti della Protezione civile nazionale, a supporto degli operatori locali che stanno conducendo un lavoro eroico per le emergenze, per un esame e valutazione più accurati dello stato delle nostre scuole, nella emergenza ed urgenza, nonché al fine di accedere ai previsti fondi per l’adeguamento strutturale e antisismico delle scuole. Che queste diventino le priorità della nostra amministrazione».
@chilodice