di Chiara Fabrizi
È un appello pacato ma inequivocabile quello che l’arcivescovo Renato Boccardo ha rivolto alla procura della Repubblica a pochi giorni dalla presentazione dell’istanza con cui la Curia è tornata a chiedere ai magistrati il via libera per una serie di sopralluoghi tecnici nella chiesa di San Giacomo, posta sotto sequestro dopo il crollo del 23 novembre di due anni fa.
Una sollecitazione figlia del «drammatico» stato in cui versa la struttura dell’edificio e anche lo splendido il ciclo pittorico dello Spagna. Sì, perché secondo la relazione tecnica depositata in procura insieme all’istanza «sarebbe sufficiente una lievissima scossa di terremoto per fare crollare quello che resta della chiesa». Risultanze, queste, rese possibili dagli unici rilievi autorizzati dal sostituto procuratore Federica Albano che sulla delicata vicenda ha aperto un fascicolo d’inchiesta ipotizzando, a carico di 11 indagati, per quattro è stata richiesta l’archiviazione, il reato di disastro colposo.
La Curia, va detto, non ha presentato una nuova istanza di dissequestro, già respinta circa un anno fa quando le indagini della magistratura non erano ancora state concluse, ma si è limitata a rinnovare la richiesta per i sopralluoghi tecnici. «La procura – ha spiegato il presule – ha autorizzato solo verifiche di natura architettonica per nulla sufficienti a dare il via al progetto di recupero necessario alla salvaguardia del bene monumentale nel suo complesso, senza trascurare le esigenze dei fedeli di San Giacomo obbligati a una vita parrocchiale limitata». Il timore, in sintesi, è che le opere di messa in sicurezza e protezione della chiesa e degli affreschi, eseguiti nei giorni immediatamente successivi al crollo, non siano più in grado di garantire la tutela del patrimonio.
Nuovi tecnici Nel frattempo, comunque, la Curia ha individuato i nuovi tecnici che si occuperanno della progettazione incaricando l’ingegnere Giuseppe Scatolini e una nuova ditta, oltre naturalmente agli uffici tecnici della diocesi coordinati dal geometra Gianmario Zamponi. «La macchina per la redazione di un nuovo progetto esecutivo è ripartita – ha concluso l’arcivescovo – l’auspicio ora è quello di riuscire a salvaguardare la chiesa».
Comments are closed.