Terni dall'alto

Tonfo di Perugia, passetto indietro per Terni. Il capoluogo umbro sprofonda di ben 27 posizioni (dal 27° al 57° posto), la città dell’acciaio arretra di 3 (dal 62° al 65°) nella classifica annuale sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore rispetto a 12 mesi fa. Un Un insieme di indicatori che decretano Bolzano come la città dove si vive meglio in Italia, seguita da Milano, Trento e Firenze. Agli ultimi posti le città del Sud: Reggio Calabria, preceduta da Vibo Valentia e Caserta.

La classifica Come ogni anno, il quotidiano economico stila la graduatoria basandosi su 36 indicatori, raggruppati in sei macro aree: tenore di vita; affari e lavoro; servizi, ambiente, salute; popolazione; ordine pubblico; tempo libero.

Gli indicatori Nell’area dedicata al tenore di vita primeggiano le lombarde Milano, Como e Varese. Male le umbre, che arretrano Perugia al 60° posto e Terni al 67°. Per Affari e lavoro comanda da Prato, con Perugia 55esima e Terni 64esima (entrambe in crescita). Nella graduatoria per Servizi, ambiente e salute, Perugia sprofonda al 60° posto, superata da Terni che si attesta al 52esimo: a costare cari al capoluogo sono le pessime posizioni per numero di connessioni web e velocità della giustizia, bene invece la pagella ecologica e gli asili nido. Per la popolazione, comanda la Sardegna con Olbia-Tempio e Ogliastra con Perugia 35esima e Terni 78esima (entrambe in discesa). Guardando alla sicurezza, Nuoro e Ogliastra in vetta con Terni 55esima e Perugia 63esima. Infine, nella classifica sul tempo libero Rimini batte Roma e Firenze con Perugia 34esima e Terni 42esima.

Pd: «Colpa di Romizi» Il Pd di Perugia coglie la palla al balzo. «Il crollo verticale – scrive in una nota – nella classifica nazionale della qualità della vita ci preoccupa molto. In un solo anno la nostra città scende di oltre 30 posizioni, passando dalla parte alta della classifica e tra le prime del centro Italia alla metà bassa calando al 57esimo posto. Alla fine, purtroppo per tutti i cittadini, i dati rilevati dal Sole 24 Ore registrano con evidenza l’effetto dei tagli ai servizi, dell’azzeramento delle manutenzioni e della cura del verde, dell’incapacità amministrativa e della totale assenza di progetti per Perugia. Dopo un anno di illusioni ottiche e operazioni spot è sotto gli occhi di tutti che la realtà delle cose: i numeri e le rilevazioni fotografano una città che arretra. Noi stiamo dalla parte di Perugia e dei perugini: non gioiamo per questi dati fortemente negativi e per la grave situazione, non festeggiamo per le brutte notizie che riguardano la nostra città a differenza di quello che hanno fatto altri in passato. È necessario che si prenda atto della preoccupante realtà delle cose: al di là della campagna elettorale permanente e della manipolazione mediatica strumentale di ogni evento, la verità è che non si registra la rinascita della città che Romizi e la sua Giunta continuano puntualmente a raccontare in ogni occasione pubblica. La classifica nazionale della qualità della vita è un grave campanello d’allarme che, ci auguriamo, scuota dal proprio torpore un’amministrazione immobile, che rimanda ogni scelta e che ha fatto della latitanza una strategia politica».

FI replica «È bene – risponde il gruppo di Forza Italia – fare chiarezza. I dati fanno riferimento all’intero territorio provinciale mentre gli indicatori oggetto di critica si riferiscono a indici che attengono anche al sistema regionale, quali la sanità e l’occupazione. Il PD perugino, che non ha perso occasione per utilizzare i dati di questa classifica a scopi puramente strumentali, perde ancora una volta l’opportunità per chiedere scusa e per fare ammenda dei propri errori, trascurando le responsabilità di una cattiva gestione della cosa pubblica protrattasi per troppi anni. È bene infine precisare, che i parametri utilizzati si rifanno a indicatori che variano di mese in mese e che poggiano su un’annosa fragilità di sistema. Non è un caso infatti che nel 2013 la Provincia si attestava sulla posizione oggi assegnata (50° posto). Ciò non ci esime dal profondere il massimo sforzo per restituire nuove prospettive a questo territorio. E in tale direzione continueremo ad operare nel massimo sforzo con la consapevolezza che con la fatica e con le idee concorreremo a risollevare le sorti della nostra regione. La politica tornerà ad essere credibile solamente quando il dibattito ritroverà una sua serietà e sarà meno viziato da gratuite faziosità e superficiali valutazioni che nulla hanno a che vedere con la cura degli interessi di chi dovremmo in maniera più consona rappresentare: i cittadini».