Foto della valvola impiantata

Due eventi negativi in contemporanea in un paziente perugino di 75 anni: la rottura di una valvola cardiaca e un infarto molto esteso.

La ricostruzione Un caso raro, difficile da affrontare, che ora entra di diritto tra quelli da presentare in convegni di cardiologia per confronto e studio tra esperti. Ad essere impegnata l’equipe cardiologica di Claudio Cavallini, che ha effettuato i due 2 interventi a distanza di poche ore l’uno dall’altro. Il primo sulle coronarie, il secondo sulla valvola aortica. «Al paziente trattato, era stata impiantata una valvola cardiaca artificiale dodici anni fa – inquadra il caso Cavallini con l’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera di Perugia -. In eccellenti condizioni generali fino al giorno prima del ricovero, le condizioni si sono aggravate e l’uomo è stato accompagnato d’urgenza al pronto soccorso del nostro ospedale per un grave e violento dolore cardiaco. Immediatamente abbiamo effettuato l’intervento di disostruzione di una coronaria occlusa con la oramai consueta tecnica dello stent coronarico, ma, risolto il problema ischemico , le condizioni cliniche del paziente restavano molto gravi per la rottura della valvola aortica artificiale applicata molti anni prima». E’ stato a quel punto che, per l’altro rischio operatorio , è stata esclusa la possibilità di un’operazione cardio-chirurgica tradizionale.

La decisione «D’accordo con tutta l’equipe di Unità di terapia intensiva cardiologica e di emodinamica, abbiamo deciso di tentare un intervento assai delicato e mai eseguito in una situazione analoga – prosegue Cavallini- : la sostituzione valvolare percutanea in assoluta emergenza. All’Azienda che produce la valvola abbiamo indicato le misure precise dell’apparecchio da impiantare e un tecnico è partito da Roma per la consegna». Ore di comprensibile ansia per familiari e operatori sanitarti, in attesa dell’apparecchio salvavita. Poi l’intervento di estrema difficoltà: la protesi aortica miniaturizzata è stata introdotta in un’arteria periferica e da qui spinta fino all’interno del cuore dove, una volta aperta, ha completamente sostituito la protesi vecchia degenerata. Ne è valsa la pena effettuare due interventi in emergenza: pochi giorni e le condizioni del paziente sono migliorate e dopo una degenza di una settimana, stamane è stato dimesso».

La rarità «Interventi di impianto percutaneo di valvole aortiche di questo tipo sono già stati eseguiti sia al S. Maria della Misericordia che nei principali centri europei e mondiali, ma sempre in condizioni elettive, su pazienti stabili e al di fuori di un infarto acuto – ci tiene a sottolineare il direttore della struttura complessa di Cardiologia -. L’aver eseguito, in rapida successione, un intervento salvavita sulle coronarie e, immediatamente dopo e in condizioni drammatiche, un intervento salvavita ripartivo sulla valvola rotta rappresenta un novità assoluta, che ora vogliamo illustrare in convegni internazionali e che potrà essere replicata a livello mondiale in casi analoghi». La soddisfazione più grande per medici e personale infermieristico? La commozione del paziente al momento che gli è stata data notizia delle sue dimissioni: lacrime di gioia e abbracci per tutti. «Inoltre 30 anni di attività la complessa gestione di questo caso è quella che mi ha dato più soddisfazione umana e professionale – commenta Cavallini-. La nostra attività regala emozioni che dobbiamo saper gestire, ma questa volta io e i miei collaboratori ci siamo lasciati coinvolgere anche emotivamente».

Orlandi Sul caso trattato anche un intervento del direttore generale dell’azienda ospedaliera di Perugia, Walter Orlandi: «Il risultato ottenuto in un caso di tale complessità conferma l’alto livello di specializzazione raggiunto dalla Cardiologia del nostro ospedale, che si conferma centro di eccellenza nazionale nella gestione delle emergenze cardiologiche e nel trattamento interventistico delle malattie delle coronarie e delle valvole cardiache».

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