Il PalaEvangelisti di Perugia

di Daniele Bovi

Troppi punti oscuri sui quali in molti ora vogliono vederci chiaro. Hanno chiesto l’attivazione della commissione controllo e garanzia i consiglieri comunali di Pd e Psi riguardo alla gestione e all’affidamento in concessione di tre dei più importanti impianti sportivi della città, ovvero il palasport Evangelisti, il palazzetto Pellini e complesso sportivo Santa Giuliana. A preoccupare in particolar modo, come è stato ricordato lunedì pomeriggio nel corso di una conferenza stampa, è la situazione del primo «dove da tempo – ha detto il capogruppo dem Diego Mencaroni – si è aperta una querelle tra Comune, Kronogest e Sir Volley». La gara per l’affidamento è stata bandita un anno fa, all’inizio di agosto 2015, ma dopo pochi giorni è arrivata la revoca da parte del Comune. Dopo la nuova gara, l’affidamento definitivo a Kronogest viene siglato a dicembre 2015.

La vicenda Una società sportivo-dilettantistica a responsabilità limitata, la Kronogest, costituita, come ricostruito in questi giorni, proprio ad agosto 2015 e con un capitale sociale di 10 mila euro. Amministratore unico risultava all’epoca Alessandro Catania, a sua volta amministratore unico e socio unico di Sunco, società attiva nel settore energetico, in particolare impianti fotovoltaici, che risulta essere partecipante al 100 per cento del capitale di Kronogest. Il 18 marzo 2016 (fino al primo febbraio la società risultava inattiva) cambia l’amministratore unico, che non è più Catania bensì un commercialista di Foligno, Massimo Muzzi. Da settimane Sir e Kronogest, con il Comune in mezzo, stanno dando vita a un braccio di ferro per arrivare alla firma del contratto, ma l’accordo ancora (molti i punti da sistemare) non c’è e quindi la Sir, tecnicamente, non ha ancora la certezza di giocare al Palaevangelisti. Un fatto, la mancata firma della convenzione nonostante siano passati ormai 8 mesi dall’affidamento della gestione, confermato anche da Bino Rizzuto, general manager della Sir presente alla conferenza stampa: «Dovevamo subito firmare – ha detto – un contratto capestro. Ora stiamo provando ad avere un incontro per cercare di capire alcuni aspetti». Insomma, come testimonia anche il comunicato di Kronogest inviato nel weekend, i rapporti sono tesi.

Rapporti tesi «Il rischio che la società – aggiunge Mencaroni – possa emigrare altrove rappresenterebbe un grave danno per la città, spezzando di fatto il fortissimo legame che unisce i tifosi al volley. Peraltro l’impianto viene da sempre utilizzato anche da tante altre società e associazioni di cittadini che, all’unanimità, hanno in questi mesi palesato i loro dubbi e timori sulla possibilità di riprendere l’attività a far data dall’avvio della stagione sportiva il prossimo settembre». Oltre a ciò c’è una lettera dei sindacati, datata aprile 2016 e indirizzata a Kronogest e Comune, con la quale si segnala l’inadeguatezza del numero dei lavoratori utilizzati (in tutto otto di cui sette turnisti, tutti presi in carico dalla precedente gestione) rispetto ai dieci indicati nell’offerta di gara, con conseguente aggravio dei turni di lavoro. Una lettera con cui i sindacati segnalano anche «una durezza di rapporto fuori dall’ordinario».

Trasparenza Bori ha ricordato che nell’agosto di un anno fa il Pd ha chiesto alla giunta la revoca di tutti gli atti, segnalando come «strano» il fatto che Kronogest, «viste le premesse, sia riuscita a vincere l’appalto, peraltro mostrando una potenzialità di investimento di circa 1,8 milioni di euro, pur avendo un capitale sociale di 10 mila euro e nessun bilancio da produrre trattandosi di società neonata». «Crediamo insomma – ha aggiunto – che tre grandi impianti, come quelli in analisi, non possano essere affidati, come invece accaduto, ad una società neonata e senza alcuna esperienza sul campo. Tutte queste questioni, ora, saranno chiarite in V commissione, partendo dall’analisi sulla assoluta trasparenza del bando di gara». Alla situazione del Palaevangelisti, Pd e Psi hanno aggiunto quella del Pellini (non a norma) e del Santa Giuliana (in condizioni d’impraticabilità): «Gli impianti – ha detto Mencaroni – sono nel degrado». Attraverso la commissione, oltre agli atti che riguardano la gara si vogliono verificare anche la corretta manutenzione e gestione e l’andamento dei rapporti di lavoro.

Twitter @DanieleBovi

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