La saracinesca di Sandri

di Ivano Porfiri

Niente torte a forma di sax, niente note musicali e dolci per i 40 anni di Umbria Jazz. Non ci sarà la tradizionale vetrina celebrativa perché – come si temeva – la pasticceria Sandri non ha riaperto né riaprirà entro domenica prossima.

Ferie a tempo indeterminato C’è stata lunedì la riunione tra la proprietà di Carla Schiucani e la quindicina di lavoratori rimasti. Si doveva fare il punto della situazione dopo la strana settimana di ferie presa proprio in occasione dell’apertura di Umbria Jazz. I lavoratori si aspettavano almeno che arrivasse qualche stipendio arretrato (si parla di diversi mesi). Invece niente. Ci sarebbero stati generici riferimenti a possibili ingressi di capitali nell’azienda. Così si è deciso di comune accordo di prolungare le ferie a tempo indeterminato. Fino a quando, cioè, verrà chiarito il futuro di Sandri, in crisi già da tempo.

Situazione incerta Intanto, proprio i lavoratori si starebbero guardando intorno, nel timore di fare la fine del vecchio personale del Caffè di Perugia. «Mi sembra di rivivere la stessa situazione – afferma sconsolata Stefania Cardinali della Cgil -, pare che si voglia scaricare addirittura la colpa sui lavoratori, quando parliamo di gente totalmente dedita alla pasticceria. Mi auguro che stavolta davvero le voci di vendita o di rinforzo della società siano reali».

Caffè di Perugia Già, perché al Caffè di Perugia, che ha riaperto ufficialmente i battenti, i vecchi lavoratori non sono stati richiamati. «Avevano chiuso ufficialmente i rapporti con il licenziamento a gennaio – spiega Cardinali – ma essere totalmente ignorati dalla nuova proprietà mi lascia amareggiata. E’ un fatto di etica, specie perché c’è di mezzo la Camera di commercio. Eppure il curriculum all’altezza ce l’hanno, eccome».

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