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Udienza speciale del Papa per i terremotati del gennaio 2017

di Chiara Fabrizi

«Ricostruire e ricominciare da capo, senza perdere il coraggio di sognare una volta di più». Così Papa Francesco agli ottocento terremotati della diocesi di Spoleto-Norcia che giovedì mattina hanno raggiunto il Vaticano e precisamente l’aula Paolo VI. Insieme agli umbri anche le popolazioni di Lazio, Abruzzo e Marche colpite dal sisma.  Il Pontefice ha fatto il suo ingresso sulle note del canto natalizio di Betlemme e ha abbracciato i terremotati, baciato i bambini, salutato i sindaci dell Valnerina e la presidente Catiuscia Marini che a margine dell’udienza straordinaria ha detto: «Papa Francesco tornerà in Umbria».

L’ABBRACCIO DEL PAPA AI TERREMOTATI: VIDEO

Don Luciano: «Orgoglioso del coraggio della mia gente» Il Pontefice ha poi ascoltato la testimonianza di Raffaele di Amatrice e di don Lucio Avenati, parroco dell’abbazia di Sant’Eutizio (Preci) distrutta dal terremoto, che ha raccontato il dramma e la forza della Valnerina: «L’amore per la nostra terra ci ha fatto rimanere anche quando ci è stato proposto di vivere l’emergenza altrove, la nostra terra si sarebbe sentita ancor più ferita se l’avessimo abbandonata. Abbiamo vissuto insieme in macchina, in tenda e nelle roulotte e questo ci ha fatto crescere nei rapporti umani, abbiamo perso le case ma siamo diventati una grande famiglia». E poi: «Il coraggio e la tenacia insieme alla pazienza e alla solidarietà vicendevole della mia gente sono espressioni di grande umanità. Devo dire che sono orgoglioso di loro, sono stati la mia forza».

Papa Francesco Poi Papa Francesco ha parlato a braccio per una decina di minuti: «Nelle due testimonianze che abbiamo sentito – ha esordito – una parola è stata come un ritornello, ricostruire. Mi viene in mente quell’uomo di un paese terremotato, non ricordo quale, mi ha detto che per la terza volta avrebbe ricominciato a costruire casa sua. È un dolore grande, ricostruire e ricominciare da capo, ma fatelo senza perdere il coraggio di sognare una volta di più». Il Pontefice ha poi spiegato di non aver preparato alcun discorso perché «nella vostra situazione, il peggio che si può fare è fare un sermone. Preferisco prendere le vostre parole e farle mie, le parole che escono dal vostro cuore». E poi: «Qui non c’è posto per l’ottimismo, ma c’è solo per la speranza. Sono orgoglioso dei parroci – ha poi detto Francesco – che non hanno lasciato la loro terra, pastori che non hanno abbandonato il loro gregge e che non sono fuggiti davanti al lupo. Vi sono vicino – assicura il Papa – e vi ringrazio per essere venuti qui in Vaticano».

Marini: «Francesco tornerà in Umbria» Presente a Roma anche una rappresentanza dei vigili del fuoco dell’Umbria con il comandante Raffaele Ruggiero, oltre naturalmente al vescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo. Il presule ha avuto un colloquio in lingua spagnola col Pontefice che al vescovo ha detto «di aver visto la grande distruzione che i terremoti di fine ottobre hanno causato all Valnerina», per poi commentare «è crollato tutto ma voi dovete restare in piedi e forti». A chi gli ha chiesto se fosse in programma una nuova visita del Papa, monsignor Boccardo ha risposto: «Il 4 ottobre scorso a San Pellegrino ci ha sorpresi, chissà che non possa ripetersi». Sul ritorno del Papa in Umbria anche la presidente Marini, che lo ha invitato più volte e incontrato ieri: «Mi ha detto che tornerà. L’udienza di oggi – ha detto – dimostra ancora una volta il grande affetto e la solidarietà del Papa verso le persone e i territori colpiti dal sisma. Molto significativo – ha concluso – il passaggio in cui ha esortato a non puntare all’ottimismo bensì alla speranza: occorre infatti restituire speranza e fiducia con al ricostruzione».

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