La rottura della Diga di Montedoglio

I materiali delle tubazioni dell’invaso di Montedoglio non erano adeguati. E’ quanto emergerebbe dalla perizia fatta dal dipartimento di ingegneria dell’Ateneo perugino su incarico della Regione Umbria, circa le condotte irrigue della diga di Montedoglio, soggette ad «anomale e frequenti rotture». A riferirlo è il capogruppo regionale della Lega Nord, Gianluca Cirignoni, che fa sapere di essere in possesso del documento. Gli esiti, fa sapere Cirignoni, «fanno emergere un altro scandalo relativo alla realizzazione e gestione dell’invaso e delle opere ad esso collegate».

Tubazioni inadeguate Cirignoni ricorda che «dalle analisi consegnate alla Giunta regionale oltre sei mesi fa risulta che cinque degli otto campioni di tubazioni sottoposti a test non hanno superato la prova in pressione essendosi verificate rotture. Pertanto non sono corrispondenti alle caratteristiche espressamente previste dal capitolato speciale d’appalto relativo al progetto. La perizia – aggiunge il capogruppo leghista – dimostra inoltre come nella costruzione delle condotte irrigue di Montedoglio siano state utilizzate tubazioni con spessori differenti rispetto a quelle stabilite: le provette che non hanno superato i test del dipartimento d’ingegneria dell’Università hanno uno spessore medio significativamente inferiore rispetto alle altre due sottoposte ad analisi».

Il problema condotte «Le condotte irrigue lunghe 33 km e costate oltre 4 milioni 500 mila euro – rimarca Cirignoni – sono state collaudate nel 2003 da due commissioni nominate dalla Regione Umbria e da allora sono state oggetto di rotture anomale e frequenti per le quali nel solo 2012 la Regione ha speso oltre 240 mila euro per riparazioni. Per questo, auspichiamo che la Giunta regionale non tenga nel cassetto la perizia, ma si attivi quanto prima affinché sia fatta piena luce e siano identificati e perseguiti i responsabili di questo grave danno alle casse pubbliche”.

L’accusa Cirignoni sottolinea come sia «essenziale da parte delle stazioni appaltanti pubbliche vigilare sul rispetto dei capitolati. In particolare – conclude – nel caso di opere pubbliche di così rilevante interesse e impatto ambientale, che altrimenti rischiano di trasformarsi, come accaduto per la diga di Montedoglio ed il suo sistema di condotte irrigue, in pericoli per le popolazioni locali e in pozzi senza fondo in cui gettare milioni e milioni di euro di soldi pubblici».

Interrogazione nel cassetto Secondo Cirignoni, dunque gli esiti della perizia fanno emergere «un altro scandalo relativo alla realizzazione e gestione dell’invaso e delle opere ad esso collegate che, è il caso di dirlo, ‘fanno acqua da tutte le parti». Il capogruppo regionale della Lega Nord, infine, rimarca anche come la sua interrogazione in proposito, «protocollata da oltre due settimane, a tutt’oggi non ci risulta sia stata inoltrata alla Giunta regionale».

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