La dottoressa Michela Cardamone, la prima vaccinata in Umbria

di Daniele Bovi

L’alba di un nuovo giorno nella lotta al Covid-19 è cominciata qualche minuto prima delle 8 di domenica a Perugia, dove alla farmacia dell’ospedale Santa Maria della misericordia sono arrivate le prime 85 dosi del vaccino Pfizer-Biontech, somministrate nel corso della giornata all’ospedale di Spoleto e alla Rsa Santa Margherita del capoluogo umbro. Negli annali rimarrà il nome della dottoressa Michela Cardamone, medico di uno dei team vaccinali della Usl Umbria 1 che saranno al centro di questa fase iniziale: è lei la prima nella regione a ricevere il vaccino, somministrato dall’infermiera Stefania Cavinato dell’equipe vaccinale di Spoleto.

VIDEO – L’EMOZIONE DEI PRIMI VACCINATI

FOTO: LE PRIME VACCINAZIONI A SPOLETO

Passo importantissimo Oltre a lei ci sono altri medici come il dottor Carlo Vernelli, in forze alla clinica di Malattie infettive dell’ospedale di Terni: «È un passo importantissimo – spiega – per contrastare questa nuova malattia». L’emozione c’è, insieme alla certezza che vaccinarsi «è un comportamento da adottare a tutti i livelli, dai più giovani agli anziani: è la misura ci consentirà di sconfiggere il virus. Da parte mia non ho mai avuto dubbi e a chi ha timori dico che è stato sviluppato in tempi rapidi perché si tratta di una nuova forma di vaccinazione; al contempo abbiamo la certezza che le istituzioni internazionali hanno predisposto tutti i controlli del caso, e questo ci fa stare tranquilli».

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VIDEO – IL MEDICO: «UN PASSO IMPORTANTISSIMO»

Un raggio di luce E verso chi ha dubbi ha deciso di rivolgersi anche un medico di 30 anni di una delle Usca (le Unità speciali di continuità assistenziale) che operano nella regione: «È stato sviluppato molto velocemente – osserva – ma gli studi sono solidi. Mi vaccino con serenità, si tratta di un semplice ma fondamentale per spronare anche il resto della popolazione. Un po’ di paura prima ce l’avevo, ora speriamo di stare più tranquilli». La dottoressa Orietta Rossi, che dirige l’equipe vaccinale di Spoleto, parla di questa domenica come di «un raggio di luce in fondo al tunnel. Da igienista ho sempre creduto molto in questo vaccino, frutto di una grande sinergia mondiale per tutelare la salute». Anche da parte della dottoressa arriva l’appello ad aderire: «Vaccinare più persone possibili – osserva – serve anche per ridurre il rischio di avere un numero maggiore di mutazioni del virus, magari più letali».

FOTOGALLERY: LE PRIME DOSI IN UMBRIA

VIDEO: LA PARTENZA VERSO SPOLETO

Al Santa Margherita A mezzogiorno poi sono iniziate le vaccinazioni, durate alcune ore, alla residenza protetta Santa Margherita di Perugia: a ricevere le dosi 17 ospiti e tre operatori che, nei giorni scorsi, avevano firmato il consenso informato: «Vaccinare gli operatori sanitari e gli anziani in comunità chiusa – dice il direttore sanitario della Usl Umbria 1 Massimo D’Angelo – costituisce un obiettivo prioritario per affrontare al meglio l’emergenza e ridurre il rischio di ospedalizzazione nei soggetti fragili. La vaccinazione, infatti, è il principale strumento di prevenzione per questa patologia nonché un segno di civiltà, in quanto il vaccino non protegge solo il singolo ma la comunità intera».

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L’arrivo delle fiale Le dosi a Perugia sono arrivate trasportate dall’esercito e scortate dalle forze dell’ordine. La scatola con le 17 fiale dopo una ventina di minuti nel magazzino della farmacia ospedaliera, necessari per i controlli di conformità, è partita alla volta di Spoleto: «È una giornata storica – dice Alessandro D’Arpino, direttore della farmacia ospedaliera – che rappresenta l’inizio di un cammino verso l’immunizzazione, quindi è davvero un momento importante». Nelle prossime settimane arriverà il grosso delle consegne: «Le fiale – osserva – dovranno essere conservate a -80 gradi e abbiamo tutto il necessario per farlo; dopo lo scongelamento (avvenuto già allo Spallanzani di Roma, ndr) le dosi dovranno essere somministrate entro cinque giorni». A tutti i vaccinati sarà rilasciata una certificazione con annesso richiamo a presentarsi 21 giorni dopo per la seconda dose; dopo una settimana-dieci giorni, dovrebbe arrivare l’immunizzazione.

Tesei, Squarta e Bacchetta Ora spetterà all’Umbria e al resto del paese mettere in campo un piano efficace, senza ritardi e perdite di tempo e in grado di convincere il maggior numero possibile di persone. Fiduciosa nell’efficacia della campagna si è detta la presidente della Regione Donatella Tesei, anche se questo «non deve far venir meno nei prossimi mesi il senso di responsabilità e la grande attenzione fin qui dimostrati da tutti gli umbri». La presidente ha poi rivolto «un ringraziamento agli operatori coinvolti per il lavoro che stanno svolgendo con grande professionalità anche in questa nuova fase così come in tutte le passate occasione». A fare il vaccino sarà anche il presidente del consiglio regionale Marco Squarta: «Lo farò – dice – per senso di responsabilità nei confronti di me stesso e di chi mi circonda». «Sarà necessaria una presa di coscienza collettiva», dice poi il presidente della Provincia di Perugia Luciano Bacchetta: «È umano – dice – avere perplessità, ma bisogna essere razionali e capire che il vaccino è l’unico strumento che abbiamo, scientificamente efficace, per poter contrastare validamente il Covid e per riconsegnare ai nostri figli una società nella quale i rapporti e i valori umani, le relazioni tra le persone, tornino a essere preminenti».

Twitter @DanieleBovi

 

 

 

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