di Chiara Fabrizi
Un centro interuniversitario per la digitalizzazione del patrimonio culturale e ambientale nascerà a Spoleto con quasi 15 milioni di investimento provenienti dal cosiddetto Pnrr sisma, ma che dovrà in tre anni, scanditi da una quindicina di assunzioni, «trovare obbligatoriamente la via della sostenibilità economica, rispondendo a progetti europei e nazionali per reperire i fondi, perché il vero limite del Pnrr è che dà respiro ai progetti soltanto fino al 2026», come ha spiegato chiaramente il prorettore dell’Università di Perugia, Fausto Elisei, indicato dal Senato accademico come direttore del Centro.
Università di Perugia a Spoleto L’accordo quadro è stato firmato lunedì mattina in Comune a Spoleto dal magnifico rettore Maurizio Oliviero e dal sindaco Andrea Sisti, ma a Spoleto per assistere alla sottoscrizione del patto, a cui ne seguiranno altri specifici, sono arrivati anche la presidente Donatella Tesei, il commissario alla ricostruzione Guido Castelli e il senatore Franco Zaffini. La sede del Centro interuniversitario per la digitalizzazione del patrimonio è stata individuata nel complesso dell’ex Minervio, dove «entro aprile saranno conclusi i lavori strutturali, dopodiché sarà l’Università di Perugia come soggetto attuatore a realizzare tutte le finiture interne», che vanno dagli impianti ai pavimenti, ha detto il primo cittadino.
Scommessa da 15 milioni col Pnrr sisma Il Centro nel frattempo si insedierà nella ex sede del Giudice di Pace dove dovrebbe aprire battenti entro la fine dell’anno, termine entro il quale saranno compiute anche le assunzioni, gestite direttamente dall’Università di Perugia. L’ateneo umbro è capofila del progetto che coinvolge anche quello dell’Aquila, di Teramo e la Politecnica delle Marche, «ma ogni facoltà del Centro Italia potrà aderire con progetti di cooperazione», ha detto ieri il rettore, che considera il Centro interuniversitario come «una straordinaria sinergia ad alto contenuto scientifico e tecnologico, che inaugura una nuova era nella diligente custodia, nella diffusione e nell’attenta valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale e ambientale del Paese».
Sfida sostenibilità economica I ricercatori, invece, arriveranno dalle Università dell’Appennino centrale, ma ovvio è che l’obiettivo è attrarne da ogni angolo d’Italia e anche d’Europa. Trattandosi di un Centro per la digitalizzazione del patrimonio Elisei ha anche parlato della necessità di realizzare una serie di investimenti infrastrutturali a Spoleto, definiti «unici nel panorama regionale». A rimarcare di aver «subito scelto Spoleto come sede ideale il Centro» è stata la presidente Tesei, che ha evidenziato come il progetto porti con sé «prospettive per i giovani e lo sviluppo del nostro territorio, in collaborazione con l’Università, fulcro di tante iniziative». A ricordare che questo progetto rientra «nella dimensione di rilancio economico, che si affianca a quella della ricostruzione del patrimonio edilizio» è stato il senatore e commissario al post sisma Guido Castelli, evidenziando che «l’accordo rientra in un progetto più ampio che coinvolge le Università dell’Appennino centrale e con le quali sono stati individuati quattro Centri di ricerca».