di Chiara Fabrizi
L’affaire della realizzazione dei tre impianti a biomasse di Madonna Lugo della Coricelli si arricchisce di un nuovo capitolo. E di una nuova accusa. A puntare l’indice contro l’amministrazione comunale sono ancora una volta le associazioni ambientaliste. Sul banco degli imputati stavolta finisce il verbale della prima e unica riunione di quella commissione a composizione mista (istituzioni e comitati dei cittadini) che avrebbe dovuto chiarire una volta per tutte l’impatto ambientale dei tre impianti di cogenerazione. Un documento che non sarebbe stato redatto durante l’incontro, non sarebbe stato sottoscritto dai partecipanti e che soprattutto gli ambientalisti non condividono né nella forma né nella sostanza.
Il mistero del verbale Innanzitutto il verbale sarebbe stato redatto ex-post, cioè ad incontro concluso, e per di più da una persona che secondo le associazioni non avrebbe neanche partecipato al tavolo. Ma c’è di più, molto di più. «Si tratta di un documento – scrivono Italia Nostra, Legambiente e comitato Rifiuti Zero – incompleto, parziale e contenente numerose inesattezze e omissioni, soprattutto riguardo le considerazioni e le critiche mosse dalle associazioni convenute». In sostanza, la triplice verde accusa il Comune di aver compilato un documento di comodo in cui non figurano «le vibranti accuse di parzialità che i rappresentanti delle associazioni hanno rivolto al direttore generale Angelo Cerquiglini a fronte dei suoi reiterati e incisivi interventi a sostegno della ditta privata, così come non sono state messe a verbale le infondate e azzardate considerazioni tecniche in cui si sono avventurati più soggetti del Comune di Spoleto».
La carenza di partecipazione Parole pesanti specie perché si inseriscono in un quadro, quello della commissione a composizione mista, che avrebbe dovuto con una serie di incontri permettere di far luce sull’impatto ambientale, e quindi sulle conseguenze per la salute pubblica, dei tre impianti. Aspetti questi che avrebbero dovuti essere chiariti prima della concessione delle autorizzazioni per la realizzazione delle biomasse ma che invece ci si convinse ad appurare solo in un secondo momento. Precisamente a margine di un infuocato e partecipatissimo incontro pubblico con l’amministrazione che venne accusata da decine di cittadini di aver accuratamente evitato di comunicare le intenzioni del privato. In quell’incontro fu lo stesso primo cittadino, Daniele Benedetti, accompagnato dal suo vice con delega all’ambiente, Stefano Lisci, a proporre lo stop dei lavori e la costituzione di una commissione tecnica a composizione mista (Regione, Arpa, Comune, associazioni e comitati) per studiare dettagliatamente il progetto e i relativi effetti. Ma la commissione, come hanno più volte denunciato le associazioni, è stata convocata una sola volta in sei mesi. Poi più niente.
Tre impianti a biomasse Si tratta di impianti di cogenerazione realizzati all’interno del sito produttivo della Coricelli spa e che attraverso la combustione di oli vegetali produrranno calore ed energia per 950kw ciascuno. Si tratta, stando alle carte, di tre progetti identici per caratterizzazione e potenza, per realizzare i quali i soggetti proponenti si sono dovuti limitare a presentare in municipio la Dia, dichiarazione di inizio attività. La Dia, per chi non è avvezzo, è una semplice autodichiarazione contenente i dettagli del progetto, i riferimento normativi e i pareri dell’Arpa, dei vigili del fuoco, del Gse, dell’Asl e della Regione. Si tratta di una sorta di iter abbreviato che agevola la realizzazione di impianti di una potenza inferiore ai 1Mw rispetto a quelli con una potenza superiore che invece sono relegati a un iter burocratico più macchinoso e che soprattutto necessitano della Via, valutazione impatto ambientale. Da questa agevolazione, che vale la pena precisarlo è del tutto regolare a livello normativo essendo esplicitamente prevista nel Testo Unico dell’Ambiente, sono arrivate agli uffici tecnici del municipio tre Dia, distinte nella forma ma identiche nella sostanza, una avanzata dalla Pietro Coricelli spa, un’altra da Le prata green power srl di cui Lorenzo Coricelli è amministratore unico e l’ultima da Il Barbarosa green Power di Antonio Coricelli. L’escamotage delle tre pratiche fu approvato dagli uffici tecnici e i lavori per la costruzione dei tre impianti partirono i primi di gennaio. Salvo poi arenarsi qualche settimana quando una nota stampa di Legambiente ne diede notizia sollevando un vero e proprio vespaio.
Consiglio comunale aperto Il comitato Rifiuti Zero ha richiesto un nuovo consiglio comunale aperto per tornare a discutere, tra le altre, della delicata vicenda. In questa seduta, la cui data non è ancora stata fissata, i rappresentanti del comitato consegneranno al sindaco le firme raccolte per la petizione ad hoc.
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