Rocco Girlanda con Giorgio Napolitano (da Facebook)

di Ivano Porfiri

Non solo Berlusconi. Il presunto complotto internazionale per ottenere un cambio di governo, di cui si parla dopo le rivelazioni dell’ex ministro del Tesoro Usa Timothy Geithner, avrebbe fatto cadere anche un’altra testa: quella dell’umbro Rocco Girlanda dalla guida della Fondazione Italia-Usa. Questo almeno fa intuire lo stesso ex sottosegretario eugubino in un post su Facebook titolato: «Mie dimissioni – Un motivo ci sarà!», pubblicato insieme a una foto con il presidente Giorgio Napolitano.

Lo smartphone ad Amanda E dire che Girlanda alla Fondazione ci teneva eccome: basta ricordarsi il suo ruolo attivissimo a sostegno della causa di Amanda Knox: il giorno della scarcerazione dopo la sentenza di appello fu lui ad andarla a prendere in carcere regalandole anche uno smartphone per mettersi in contatto con la famiglia e gli amici. Ma poi arrivano quelle dimissioni, quasi simultanee a quelle di novembre di Berlusconi da primo ministro.

Il post «Il 24 aprile 2009 – scrive Girlanda su Facebook – sono stato eletto Presidente della Fondazione Italia-Usa. E’ stata sicuramente una delle esperienze più belle, entusiasmanti ed appaganti della mia carriera “politica”. Ho dedicato tante forze e mi sono molto speso per la realizzazione delle numerose iniziative che abbiamo organizzato in quel periodo. Alla scadenza della carica il consiglio volle rinnovarmi la fiducia e fui nominato Presidente per un nuovo mandato. Ricordo ancora – vi assicuro sorridendo – i tanti giornali e siti internet che mi descrivevano come “il potentissimo deputato Presidente della potentissima Fondazione Italia-Usa”. Poi, improvvisamente nel 2011 – prosegue Girlanda – con una scusa banale, lasciai tutti gli incarichi nella Fondazione rinunciando persino al ruolo di Presidente Onorario. Molto spesso in tanti mi hanno chiesto il perché. Ho sempre glissato. Ma un motivo vero ci sarà stato e, non penso davvero, si possa credere che sia stata la storia Amanda. Sono aperte le ipotesi. Serve davvero poca fantasia!»

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