Giornale dell'Umbria

Tornano a farsi sentire i lavoratori del Giornale dell’Umbria, ormai in liquidazione. Per la giornata di martedì è stata organizzata una manifestazione che si terrà alle 10 davanti alle sedi del gruppo Colacem a Gubbio, in via della Vittorina 60, «per sensibilizzare la vecchia proprietà del Giornale dell’Umbria – scrive il Comitato di redazione in una nota – rispetto alla situazione che vede, tuttora, la testata (a lungo fiore all’occhiello della galassia Colacem, facente capo a Carlo Colaiacovo) di fatto chiusa e i suoi 27 dipendenti senza spettanze, senza cassa integrazione straordinaria e con in mano una lettera di licenziamento illegittima. Il Cdr intende sottolineare come il personale dipendente abbia subìto l’intera operazione di vendita del Giornale dell’Umbria dal gruppo Colacem alla Gifer e il passaggio da un gruppo economico-finanziario consolidato ad una società che in quattro mesi ha chiuso l’azienda. Il Cdr stigmatizza il rimpallo di responsabilità tra vecchia e nuova proprietà in merito al tfr dei dipendenti con il preoccupante allungamento dei tempi di pagamento delle spettanze ai dipendenti e la liquidazione dei pagamenti dei professionisti a partita Iva e dei collaboratori».

TUTTA LA VICENDA DEL GIORNALE DELL’UMBRIA

La vicenda del Giornale verrà trattata anche all’interno del prossimo Festival internazionale del giornalismo (presentato proprio lunedì) che si terrà a Perugia dal 6 al 10 aprile. Al panel parteciperanno esponenti del Cdr e dell’Asu, l’Associazione stampa umbra. Infine il Cdr intende ribadire «che il Giornale dell’Umbria è sottoposto per decisione della proprietà attuale ad una procedura di liquidazione e che nessuna nascente iniziativa editoriale e giornalistica regionale (il Cdr si riferisce al Nuovo Corriere Nazionale in edicola da sabato e diretto da Giuseppe Castellini, per 10 anni al timone del Giornale, ndr) può rivendicarne l’eredità o la continuazione. La grandissima parte dei giornalisti, dei collaboratori e dei poligrafici del Giornale dell’Umbria è tuttora senza lavoro e sta lottando per avere quanto di proprio diritto, dalle spettanze agli ammortizzatori sociali. La bandiera del Giornale dell’Umbria ora è, purtroppo, ammainata e non ha traslocato altrove».

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