L’imprenditrice della moda che, per prima vestì Monica Bellucci, ha ottenuto un riconoscimento dal Comune di Città di Castello dove per 40 anni ha tenuto il suo atelier. E’ Pina Alberti, 87 anni, vestì la bellissima modella e attrice nel lontano 1983 per la sfilata di moda al teatro degli Illuminati che segnò il suo decollo fino a farne “icona” della moda, del cinema e della “bellezza” made in Italy. «Sono passati tanti anni ma ricordo tutto nei minimi particolari ed ancora mi commuovo – precisa con il solito piglio ed eleganza, Cesidia Baldesi, per tutti Pina Alberti prima di ricevere dal sindaco, Luca Secondi, la targa celebrativa, proprio nella giornata simbolo dell’8 marzo -. Nella mia boutique, Monica Bellucci, giovanissima, che già avevo potuto apprezzare per la sua bellezza e talento, venne accompagnata dallo storico e bravo “parrucchiere”, Piero Montanucci, manifestando il desiderio di indossare abiti particolari e sfilare al teatro comunale di Citta’ di Castello nell’ambito di una riuscita manifestazione, “Momento Donna”, condotta da Maria Giovanna Elmi. Sul palco del teatro, Monica, bellissima, incantò tutti e da li spiccò il volo per il mondo, il successo». Di lei ho un ricordo stupendo perché in ogni occasione dove ho avuto l’onore di incontrarla, a Milano, Parigi, Roma, è sempre stata carina ed affettuosa con me dimostrando gratitudine e senso di appartenenza alla sua comunità, il suo territorio di provenienza.

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La storia Le foto degli anni ’80 che ritraggono Monica Bellucci nell’atelier in piazza Matteotti a Città di Castello, intenta a scegliere abiti da indossare, “Pina”, le custodisce gelosamente fra i ricordi più cari. Almeno per una volta ha vestito nel suo atelier assieme alla sorella Tecla, i “sogni” di donne e uomini per quasi quaranta anni, dal ’60 fino al 2001, quando ha chiuso i battenti. Tanti i vip e i personaggi famosi, oltre a Monica Bellucci, fra cui Valeria Ciangottini, Sergio Endrigo, Giulio Bosetti, Carlo Fuscagni, Catherine Spaak. E poi, Alberto Burri, il più grande maestro di arte contemporanea, di “casa” da Pina Alberti assieme all’amico, braccio destro e sinistro nel suo cammino artistico, Nemo Sarteanesi.

Vestì anche Burri «Il maestro Burri era appassionato di camice scozzesi a quadri e di quelle prodotte da una nota “griffe” americana: ricordo ancora oggi la sua felicità quando gli regalai una camicia rossa appena arrivata in negozio dagli Stati Uniti d’America. Burri come il maestro De Rigù con cui nel 1964 a Citta’ di Castello aprii il mio primo atelier in via Marconi e poi nel 1967 quello in piazza Matteotti, per me sono stati amici straordinari». Se Città di Castello negli anni ’70, ’80 e ’90 ha avuto un ben definito ruolo nel commercio lo deve proprio anche a questa signora toscana, originaria di Monterchi, tifernate d’adozione (gli studi al liceo Plinio il Giovane) con una laurea magistrale in tasca ma il desiderio di intraprendere l’avventura nella moda, che ha scelto il centro dell’Alto Tevere umbro per fare perno sulla sua professionalità. Nel giorno della Festa della Donna ecco che la comunità tifernate non si è dimenticata di lei. “A Pina Alberti, donna di spiccata personalità, riferimento autorevole nella moda e nel “bon ton” dei tifernati, ne ha segnato l’evoluzione del costume”, è questa la motivazione del riconoscimento ufficiale, impressa nella targa, che il sindaco Luca Secondi le ha consegnato.