Palazzo della Posterna

di C.F.

No a soluzioni per evitare la demolizione dei Palazzi della Posterna, noti ai più come Ecomostro. E bacchettate alle forze politiche di Spoleto che non hanno fiatato sulla sentenza definitiva con cui la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalle difese dei sei imputati, confermando per tutti la condanna a quattro mesi per abuso edilizio e soprattutto l’abbattimento dei volumi.

Ambientalisti contrari a soluzioni salva Ecomostro È una posizione chiara e netta quella presa ufficialmente dalle associazioni ambientaliste e non solo della città, le stesse che nel 2007 mentre i Palazzi della Posterna venivano edificati hanno più volte manifestato tutta la propria contrarietà all’intervento edilizio a ridosso delle mura antica. A parlare a un paio di settimane dalla pronuncia dei giudici sono i rappresentanti di Casa rossa, Italia nostra, Legambiente, Wwf, Comitato 23 ottobre, Comitato contro lo svincolo sud e Gruppo difesa ambiente per i quali «le soluzioni alternative alla demolizione verrebbero assunte in spregio al volere di un’intera comunità che in massa otto anni fa si è mobilitata contro il cantiere». Il riferimento è all’ipotesi di sanatoria parziale o all’acquisizione degli immobili a patrimonio pubblico con cambio di destinazione d’uso, entrambe emerse in Comune all’indomani della sentenza dove, chiaramente, la vicenda è attenzionata con la massima cautela.

Cappelletti: «Comune per ora non è parte attiva nella vicenda» Prematuro prevedere cosa succederà nelle prossime settimane, considerando che si è in attesa delle motivazioni della pronuncia e pure delle contromosse dei legali, a cominciare dall’avvocato Manlio Morcella che sta vagliando la possibilità di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. In ogni caso mercoledì pomeriggio, nell’ambito della conferenza di fine anno, l’assessore Antonio Cappelletti con delega all’urbanistica ha spiegato: «Il Comune su questa vicenda per il momento non può fare nulla, è chiaro che sono in corso delle valutazioni, ma semmai ad avviare iniziative devono essere i proprietari dei volumi perché l’ente – ha detto – non ha alcuna parte attiva, ma al massimo reattiva sulle istanze che eventualmente arriveranno dai privati».

Politica in silenzio In attesa che la matassa venga dipanata, le associazioni intervenute sul caso dei Palazzi Posterna stigmatizzano anche sull’atteggiamento di partiti e movimenti politici, che fin qui non si sono espressi sulla demolizione dei volumi: «Rileviamo con preoccupazione il silenzio di tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale, dalla Lega ai 5 stelle, passando per Pd e Forza Italia, che non hanno speso una parola sulla sentenza e i suoi effetti. Un silenzio assai preoccupante perché interessa una vicenda arrivata a epilogo dopo aver accalorato gli animi dei nostri concittadini con grandi manifestazioni e strascichi giudiziari, ma soprattutto perché insinua dubbi sull’effettiva volontà intorno al futuro e destino dell’Ecomostro di via Posterna».

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