di Chiara Fabrizi

Denatalità combattuta a colpi di bonus in Umbria e altrove, ma nei Comuni più grandi della regione la capacità di accoglienza degli asili nido pubblici si ferma a poco meno di 1.550 posti, mentre oltre 400 bimbi risultano ad oggi in lista d’attesa. 

Denatalità, servono più posti nei nidi pubblici Con l’aiuto degli enti locali, Umbria24 ha tentato di scattare una fotografia del servizio principale per la prima infanzia offerto dai Comuni di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Spoleto e Orvieto, dove non si è riusciti ad accogliere tutti i piccoli che chiedono un posto al nido. Per azzerare le liste d’attesa in questi territori dovrebbe essere potenziata la capacità di accoglienza, incrementando di circa il 25 per cento i posti a disposizione, molti dei quali comunque già ora non sono gestiti direttamente dal Comune, che comunque garantisce alle famiglie le stesse modalità d’accesso dei posti pubblici, retta compresa. Naturalmente la necessità di investimento nei nidi varia a seconda dei territori, anche se proporzionalmente le più bisognose sono risultate Spoleto e Orvieto.

Perugia Iniziamo da Perugia: qui il Comune quest’anno accoglie 740 piccoli, di cui 560 nei tredici asili nido a gestione diretta dell’ente, altri 40 nel nido dato in gestione a una cooperativa e ulteriori 124 coi cosiddetti posti in convenzione nelle strutture private, nel caso specifico distribuiti negli undici asili che hanno risposto alla chiamata del Comune finalizzata a incrementare i posti a disposizione dei piccoli con un’età compresa tra 3 e 36 mesi. A questi si aggiungono altri 16 posti nel Centro per bambini. A fronte dei 740 posti complessivi, comunque, le famiglie in attesa di collocare al nido il proprio figlio sono 184. Ciò significa che se il Comune quest’anno avesse voluto azzerare le liste d’attesa dei piccoli avrebbe dovuto potenziare di poco meno del 20 per cento la propria capacità di accoglienza, quindi proporzionalmente un livello inferiore da quello medio emerso tra i sei Comuni presi in esame, che gira intorno al 25 per cento.

Terni Meglio ancora fa Terni che ha soltanto 50 bimbi in attesa, peraltro tutti medi-grandi, ovvero tra 12 e 36 mesi di vita, a fronte di 277 posti complessivi di cui soltanto dieci messi a disposizione dai privati con le stesse modalità di accesso dei nidi comunali. Dagli uffici di Terni viene spiegato che i circa 50 bimbi in fila per entrare all’asilo sono stimati perché qui le graduatorie sono in continuo aggiornamento, con il sistema delle cosiddette iscrizioni fuori tempo, che permettono di fatto a mamme e papà di chiedere il servizio in qualsiasi momento e di essere inseriti sempre in qualsiasi momento nel caso ci siano posti disponibili e purché sia esaurita la graduatoria principale. A Terni, dunque, per dare una risposta positiva a tutte le mamme e papà in cerca di un posto per il proprio piccolo, al Comune quest’anno sarebbe bastato potenziare del 18 per cento la propria offerta.

Foligno e Città di Castello A Foligno, invece, dal Comune fanno sapere che i piccoli quest’anno in attesa sono 59 a fronte di 170 posti totali distribuiti tra sei nidi a gestione diretta, un nido comunale affidato a un privato e dodici posti in convenzione coi privati. La città della Quintana, dunque, è in linea con il livello medio di incremento dei posti di cui ci sarebbe bisogno nei sei Comuni presi in esame, necessitando di un potenziamento della capacità di accoglienza del 25,7 per cento. A Città di Castello, invece, dove tutti i nidi sono a totale gestione pubblica, i posti a disposizione quest’anno sono 163 a fronte di 15 bimbi in lista di attesa con la graduatoria principale a cui se ne aggiungono 32 che si sono messi in fila a seguito delle graduatorie elaborate mensilmente sulla scorta di un sistema di iscrizione dinamico. In questo quadro, i 47 bimbi rimasti senza un posto al nido, collocano Città di Castello appena al di sotto del fabbisogno medio di nuovi posti emerso dai sei Comuni in esame, perché qui il potenziamento necessario gira intorno al 22,3 per cento.

Spoleto e Orvieto Molto differente, infine, la situazione del servizio per la prima infanzia a Spoleto e Orvieto. Nella città del Festival, infatti, si contano 41 bambini rimasti senza un posto al nido comunale, dove la capacità di accoglienza è inferiore ai 100 bimbi, attestandosi precisamente a 95 posti di cui  90 distribuiti in tre nidi comunali, uno dei quali però è da anni affidato a un privato, e cinque posti in convenzione in altri nidi privati. In altre parole, le mamme e i papà di Spoleto, Comune che ha praticamente gli stessi abitanti di Città di Castello, hanno a disposizione il 40 per cento dei posti in meno nei nidi pubblici. A Spoleto, infine, il Comune per azzerare le liste d’attesa di quest’anno dovrebbe potenziare la capacità di accoglienza dei propri asili del 30,1 per cento. Del tutto analoga la situazione di Orvieto, che però conta quasi la metà degli abitanti di Spoleto: qui i nidi comunali possono accogliere 96 bimbi e quest’anno la lista d’attesa segna 42 piccoli rimasti fuori.