«Corsi di Economia trasferiti al monastero di San Valentino. Open day dei palazzi storici di Collescipoli promesso ma mai organizzato, mentre il patrimonio comunale risulta danneggiato dalla mancanza di manutenzioni. E dulcis in fundo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Terni ha bocciato la richiesta di contributo presentata come ogni anno dal nostro Hermans festival».

L’amarezza di Collescipoli C’è questo ma anche molto altro al centro dell’amarezza che si respira ormai da alcuni giorni nel delizioso borgo di Collescipoli (Terni) e a cui martedì ha dato voce l’associazione culturale Astrolabio del presidente Andrea Giovannini, che da anni opera nel paese. Un lungo intervento per mettere in fila le contraddizioni che hanno caratterizzato investimenti e politiche di rilancio di Collescipoli, progressivamente tramontate tanto da spingere Giovannini ad affermare che «la candidatura di Terni a capitale d’Italia della cultura appare quanto meno ridicola».

Dito puntato contro il Comune Nel mirino ci sono Comune e Fondazione Carit, col primo accusato di «aver recuperato i palazzi storici del borgo di proprietà per ospitare i corsi universitari di Economia, poi trasferiti tre anni fa al monastero nell’ambito di una dubbia operazione di risparmio economico». Contro Palazzo Spada da Collescipoli si punta il dito anche per il paventato open day poi mai andato in scena: «La proposta dell’assessorato alla cultura era un’occasione interessante per la valorizzazione dei palazzi lasciati vuoti dall’Università, ma sono passati mesi senza alcuna notizia, mentre si aggravano i danni derivati dalla mancanza di manutenzioni, come dimostra la facciata di palazzo Catucci divenuta verde per la perdita dei calatoi o le tegole che cadono nella parte posteriore. Presto i ternani e i collescipolani – è la denuncia – vedranno con mano come si dilapida un investimento da 6 milioni di euro».

La reazione di Fornaci alla rabbia del maestro Ciofini

Bordate alla Fondazione Carit Dura la presa di posizione anche nei confronti della Fondazione Carit: «L’istituzione aveva ridato vita a importanti capolavori conservati nelle chiese e nelle due collegiate, recuperando non solo affreschi e decori, ma un importante corpus di organi storici, fra cui il primo organo barocco. L’intelligenza dei suoi amministratori, del Comune di Terni e di esperti del settore avevano permesso di far nascere l’Hermans festival un importante appuntamento per la musica barocca, lungo un intero anno e patrocinato dall’Ambasciata olandese nella prospettiva di dare vita a un festival di respiro internazionale. Di questi giorni è invece la notizia della bocciatura da parte della Fondazione della richiesta di contributo per l’edizione del 2016, a causa di problemi burocratici si è quindi deciso di porre fine a un’esperienza che andava implementata, vista l’importanza internazionale dello strumento». Poi l’affondo finale: «Si tratta di una fase oscura per il mondo culturale di Terni e Collescipoli, che si apprestano a vivere un ennesimo choc con la beffa di non sentire più suonare il primo organo barocco italiano perché la Fondazione Carit non ha voluto sborsare molto meno di quanto gli è costato per un pomeriggio lo storico e showman Vittorio Sgarbi».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.