La celebrazione foto Barbara Maccari

Nonostante il terremoto abbia costretto a qualche revisione del programma, a Città di Castello le celebrazioni per il 69esimo anniversario della fucilazione di Venanzio Gabriotti sono state rispettate a partire dalla messa di ricordo che tradizionalmente si svolge nella cappella del Famedio del cimitero monumentale officiata da padre Paolo Timpu.

Istituzioni Presenti ala cerimonia il Gonfalone del comune di Città di Castello con il sindaco Luciano Bacchetta, il presidente del consiglio comunale Stefano Nardoni, l’assessore regionale Fernanda Cecchini, l’assessore provinciale Domenico Caprini, l’onorevole Anna Ascani mentre il parlamentare Walter Verini, impossibilitato a partecipare, ha inviato un messaggio, Anna Pacciarini, presidente di Anpi tifernate.

Il ricordo Dopo la cerimonia religiosa, forze dell’ordine e associazioni combattentistiche si sono schierate davanti al monumento ai Caduti dove è stato posto un omaggio floreale. Presso il greto della Scatorbia dove si è consumato il sacrificio di Gabriotti, il presidente dell’istituto intestato all’eroe della Resistenza altotiberina, Sergio Polenzani ha sottolineato come «la memoria è una grande alleata della giustizia perché mette tutto in prospettiva e aiuta a discernere il bene dal male, sulla scorta del passato. In questo sta l’attualità di Gabriotti in un momento in cui le istituzioni sembrano essere in affanno, lui ricorda che la patria non si serve dicendo sempre sì. Il suo no fu molto più italiano di tanti italiani che chinarono il capo».

L’importanza dei valori «Avere il coraggio di affermare valori controcorrente è oggi la vera rivoluzione – ha detto il sindaco Luciano Bacchetta – quando ero giovane volevamo fare una nuova resistenza, oggi ai giovani dico di confrontare i valori che portarono alla nascita della Repubblica con quelli imperanti e scegliere da che parte stare anche quando, come per Gabriotti, bisognava pagare un prezzo. Con sobrietà come si addice al momento, Gabriotti è un esempio che vogliamo continuare ad indicare perché i suoi valori sono ancora i nostri valori».

L’istituto Gabriotti Il presidente del consiglio comunale Stefano Nardoni ha ricordato che «l’istituto Venanzio Gabriotti nasce nel 1997 per volontà del consiglio comunale: in questi 16 anni l’istituto ha svolto pienamente il compito che gli è stato affidato dalla comunità, sensibilizzando i giovani verso i temi della nascita della Repubblica e invitandoli a conoscere la storia locale nel ventesimo secolo. Siamo qui oggi per ribadire l’adesione della massima assise cittadina all’Italia repubblica e democratica, come l’avrebbe voluta e per la quale è morto Gabriotti».

Trasmissione degli ideali «Il seme dell’autoritarismo non sempre si nasconde dietro un’arma, spesso è dissimulato nello stigma per il diverso, nell’intolleranza verso i nuovi diritti e i verso cittadini, per il rifiuto del confronto – ha ricordato Anna Pacciarini, presidente di Anpi tifernate – anche se siamo qui senza i ragazzi delle scuole a causa del sisma questa cerimonia è rivolta a loro, in assenza, perché sta a loro trasmettere e rivivere alla luce degli ideali dei resistenti».

Omaggi del corteo Dopo la cerimonia al Greto della Scatorbia, il corteo ha reso omaggio al busto di Gabriotti lungo Viale Vittorio Veneto e in via San Florido dove abitava, quindi in Piazza Gabriotti, dove i vigili del fuoco hanno collocato un mazzo di fiori con nastro tricolore sotto la targa della torre civica. Le premiazioni del concorso si svolgeranno prossimamente, ragioni di sicurezza hanno consigliato di soprassedere all’esecuzione dei 69 rintocchi del campanone del comune, previsti dal programma.