Francesco Innamorato Anpi

di B.M.

Si è tenuto lunedì il primo dei tre incontri promosso dal circolo Arci Out insieme alla sezione di Città di Castello dell’Anpi e al Presidio dell’Alto Tevere di Libera dal titolo «Dream in progress – Idee per cambiare». Tema della serata la presentazione del libro «Io Sono l’Ultimo. Lettere di Partigiani Italiani», una raccolta di oltre cento testimonianze di uomini e donne che hanno fatto la Resistenza e hanno combattuto per la democrazia e la libertà.

I particolari Il tutto è stato possibile grazie all’intervento dell’Anpi che ha riunito il materiale e della Einaudi che ne ha fatto un libro emozionante. Alla serata hanno partecipato Anna Pacciarini, Presidente dell’Anpi di Città di Castello, Giovanni Castellani dell’Arci provinciale, Francesco Innamorati, comandante partigiano e Presidente dell’Anpi della provincia di Perugia, il sindaco Luciano Bacchetta, l’onorevole Walter Verini e Andrea Liparoto, responsabile comunicazione dell’Anpi nazionale, curatore del libro, il tutto coordinato dalla giornalista del Corriere dell’Umbria, Sandra Biscarini.

L'incontro a Città di Castello

L’incontro si è aperto con l’annuncio della Presidente Pacciarini: «L’Anpi Altotevere farà una ricostruzione della Resistenza nelle nostre zone, vogliamo ricomporre i volti, le facce, le storie di quei giovani ragazzi. Il libro che presentiamo stasera parla di esperienze lontane ma sempre vive nella nostra mente, un libro che dovrebbe essere usato nelle scuole per far capire meglio ai ragazzi la storia ma anche le emozioni del tempo». Toccante è stato invece l’intervento di Francesco Innamorati, comandante partigiano e Presidente dell’Anpi della provincia di Perugia, che ha vissuto in prima persona l’esperienza della guerra: «La domanda che il libro deve far nascere specie nelle giovani generazioni è questa: ‘come furono possibili certe atrocità, certe crudeltà, certe barbarie?’. La voglia di conoscere, di sapere, non deve esaurirsi anzi, deve scattare una molla nei ragazzi ad informarsi sui fatti accaduti».

Tra un intervento è l’altro la serata è stata arricchita dalle letture dei testi delle lettere dei partigiani italiani a cura di tre attrici del Teatro dei Novanta – Le Porte. Una parte importante nella trasmissione della storia ai giovani la svolgono anche le realtà associative, come ha sottolineato Giovanni Castellani di Arci: «Il dramma dei giovani d’oggi è quello di non riuscire ad immaginare il proprio futuro e il messaggio contenuto in questo libro deve essere di speranza proprio per loro: i partigiani con la loro forza, la loro tenacia, la loro lotta sono riusciti a tirarsi fuori da quella situazione drammatica e a costruire il proprio futuro. Un ruolo importante nella diffusione della storia lo svolgiamo noi rappresentanti delle realtà associative, dobbiamo aiutare i ragazzi a capire quello che è successo».

Il sindaco Anche il sindaco tifernate Luciano Bacchetta è intervenuto al dibattito svelando un episodio carino che l’ha visto protagonista: «Ero a cena in un ristorante tifernate e al tavolo accanto al mio sedeva un’anziana signora che ho scoperto poi chiacchierando essere la nipote di una delle vittime degli eccidi di Pian dei Brusci e Meltini. La signora era tornata a vedere i luoghi di quella tragedia, dove furono uccisi molti civili dalle truppe tedesche nella nostra valle, tra cui il proprio parente. Da lì è nata l’idea, che si è trasformata in realtà grazie all’Anpi, di un incontro in ottobre nelle scuole per far capire ai ragazzi queste drammatiche vicende».

Verini Anche la politica in questi momenti di crisi deve giocare il proprio ruolo di guida, come ha sottolineato l’onorevole Verini: «Viviamo nell’epoca del presentismo, del tutto e subito, non c’è ieri né domani, solo oggi. Un libro come questo può aiutare a capire perché è stato scritto da persone vere, che hanno amato, sofferto, sperato e che soprattutto hanno combattuto per degli ideali. La politica ha il compito di ricordare quanto accaduto, bisogna alzare la guardia in termini di educazione e di diffusione quotidiana perché se la società ha generato dei mostri in passato li potrà generare anche in futuro e allora occorre prevenirli e non solo combatterli».

Le conclusioni della serata sono state affidate a Andrea Liparoto, responsabile comunicazione dell’Anpi nazionale e curatore del libro: «Questo libro è il risultato di un lungo lavoro di due anni e siamo molto orgogliosi della sua riuscita. Raccogliere questo materiale non è stato facile ma le soddisfazioni poi sono tante. Dovreste leggere le lettere di accompagnamento alle proprie storie di alcuni partigiani, tutte rigorosamente scritte a mano e con tanto sentimento, ci si potrebbe fare una nuova pubblicazione».
Barbara Maccari

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