La discarica di Sant'Orsola

di Chia.Fa.

Trenta mesi. Questa la vita residua stimata per la discarica di Sant’Orsola riaperta a metà 2014 e dove risultano ancora disponibili circa 60 mila metri cubi, degli 80 mila recuperati con l’intervento da 1.2 milioni che, oltre al rafforzamento dell’argine, ha portato alla modifiche delle coperture e quindi all’ottimizzazione degli spazi nel sito a confine tra Spoleto e Castel Ritaldi.

Le maggiorazioni da recuperare La stima sull’autonomia della discarica arriva dall’Ati3 dopo della sentenza del Tar dell’Umbria che ha bollato come illegittime la maggiorazione di 10 euro a tonnellata richieste dall’Ati2 per il conferimento a Borgo Giglione (Magione). In questo senso, viene anche precisato che il mezzo milione complessivo richiesto dall’Ati2, a differenza di quanto riportato, è stato pagato da Vus raggiunta in merito da un decreto ingiuntivo. Già all’indomani della pronuncia, comunque, la multiservizi pubblica ha proceduto a richiedere la restituzione delle somme, che non sarebbero state conteggiate nei piani finanziari di gestione dei rifiuti approvati dai Comuni e quindi pagati dai contribuenti.

Rifiuti di Spoleto e Foligno a Città di Castello Tornando alle previsioni sulla vita residua di Sant’Orsola, va detto, che derivano dai recenti livelli di indifferenziata che quotidianamente vengono depositati dai camion Vus a Sant’Orsola. Attualmente tra Spoleto, Foligno e Valnerina si pesano circa 50 mila tonnellate annue, ma non l’intera produzione viene conferita nella discarica di riaperta a metà 2014. Per ora, infatti, la metà circa dell’indifferenziata della Valle umbra Sud viene portata nel sito di Belladanza (Città di Castello) che chiaramente non ha mai praticato le maggiorazioni bollate come illegittime dai giudici amministrativi, anche se l’attuale politica di gestione comporta comunque ingenti costi di trasporto.

La vita di Sant’Orsola Senza il trasferimento dell’indifferenziata nel Tifernate e con gli attuali livelli di produzione, Sant’Orsola arriverebbe a esaurimento tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2017, con lo Spoletino, il Folignate e la Valnerina che sarebbero già costrette ad affrontare con urgenza il nodo della chiusura del ciclo dei rifiuti. Anche perché dopo un’iniziale apertura poi smentita, l’amministrazione comunale di Spoleto ha escluso nettamente la possibilità di procedere al conferimento dei rifiuti nell’ettaro e mezzo ancora libero presente all’interno del perimetro di Sant’Orsola, sito che per il piano regionale deve essere chiuso una volta arrivato a esaurimento.

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