di Maurizio Troccoli
La lunga esperienza dei tecnici umbri con i fenomeni sismici, porta ad alcune prime considerazioni rispetto alle caratteristiche del terremoto di giovedì. Lo spiega a Umbria24 il capo della Protezione civile Stefano Nodessi che parla di ‘effetto catino’ o effetto ‘amplificazione’ lungo l’area della piana alluvionale, di contatto con quella montuosa. In sostanza questa tipologia di sisma ha a che fare con aspetti geologici, che riguardano le diverse consistenze del sottosuolo.
VIDEOREPORTAGE: DOPO L’ALBA A PIERANTONIO
LA CONTA DEI DANNI E DEGLI SFOLLATI
I maggiori danni delle brevi e intense scosse di giovedì sono concentrati lungo una breve linea di territorio che sta tra Pierantonio e Sant’Orfeto, due frazioni confinanti rispettivamente dei Comuni di Umbertide e Perugia. E” lungo questa linea che si concentrano il maggior numero di danni e anche di sfollati’ questa la linea rossa degli sfollati e delle ferite agli edifici, come ad esempio la scuola media di Pierantonio e l’area intorno al campanile della chiesa, compresi i caseggiati prossimi. «Il terremoto – spiega Nodessi – determina una sorta di effetto liquido al suolo, si potrebbe immaginare un’onda che produce meno danni lungo il suo percorso normale, mentre di più nella zona di contatto con un segmento di suolo più duro, ovvero sul punto di contatto». Provando a immaginare un liquido è proprio lì dove l’onda va a frangersi, quindi dove termina la sua corsa, si producono maggiori danni in superficie.
FOTOREPORTAGE: TRA LA GENTE E LE CASE DI PIERANTONIO
FOTOGALLERY: LE CASE DANNEGGIATE DAL TERREMOTO
Approfondimento Questo, nel terremoto di giovedì, è accaduto lungo la linea di contatto tra la piana alluvionale e la montagna. Ovviamente è una zona prossima all’epicentro del sisma, ma non di più di altre zone del territorio di Umbertide o Perugia dove invece l’onda del sisma ha avuto possibilità di continuare la sua corsa. Le segnalazioni che arrivano in queste ore alla centrale operativa della protezione civile confermano la caratteristica di questo terremoto, che somiglia a quello del 2009 a Spina, nella ‘campagna’ perugina. Anche in quel caso, di breve intensità e in un’area circoscritta. Tuttavia, andando più indietro nel tempo, nel 1984, fu ancora questa zona di confine con Umbertide che fu colpita da un altro terremoto dalle caratteristiche simili. In parte, quella ricostruzione antisismica leggera, ovvero di puntellatura puntuale di alcune parti di edifici con rafforzamenti tramite tiranti e gabbie, può avere rappresentato un aiuto significativo a molte strutture dell’area di Umbertide, che hanno tenuto alla forte scossa di giovedì.
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VIDEO: PAURA NELLE CASE PIù VICINE ALL’EPICENTRO
La tipologia di sisma Le scosse sono state superficiali e dovute a una faglia a basso angolo, forse quella denominata Alto Tiberina, la maggiore con magnitudo 4.6. A spiegarlo al sito dell’Ansa è Claudio Chiarabba, direttore del dipartimento Terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Le scosse registrate ieri nei pressi di Umbertide «sono abbastanza superficiali e avvengono o su una faglia normale a basso angolo chiamata Alto Tiberina (che noi conosciamo e studiamo da anni) o su un segmento che termina su di essa». Una zona lungo la quale sono stati istallati una serie di strumenti multiparametrici (sismici, geodetici e geochimici) per studiare a fondo le caratteristiche e l’eventuale capacità di generare terremoti, in teoria difficile per la sua geometria a basso angolo. «Gli eventi di ieri – ha aggiunto Chiarabba – sono avvenuti in un piccolo volume vicino all’emersione in superficie di tale faglia».
VIDEO: IL PUNTO DI ACCOGLIENZA A PERUGIA
Sfollati In oltre 200 hanno passato fuori di casa la prima notte, altrettanti la notte di venerdì, se non di più, mentre sono circa 150 i posti letto allestiti dalla protezione civile. Altri hanno trovato ospitalità da parenti e amici. Risultano chiuse le chiese di Pierantonio, dove è stato danneggiato anche il campanile, di Sant’Orfeto e di Rancolfo (Perugia), mentre in quella della Madonna della Neve di Pian d’Assino sono state evidenziate lievi lesioni che hanno indotto a interdirla al culto a livello precauzionale. Simile situazione nella millenaria abbazia-basilica minore di San Salvatore in Montecorona di Umbertide, dove sono visibili delle lesioni. Inagibile pure il complesso parrocchiale di Cenerente (Perugia).