Sei carri allegorici in gara e due fuori concorso sfileranno la notte del 30 aprile in centro a Terni: manca poco più di un mese è la città si animerà con il Cantamaggio. Quest’anno i festeggiamenti si terranno dal 26 aprile fino al 7 maggio. Tanti gli eventi collaterali prima della sfilata, tra concorsi di poesie e canzoni fino ad arrivare a tanti altri appuntamenti culturali. «È stato molto complicato – spiega il presidente del Cantamaggio, Maurizio Castellani – dare vita al Cantamaggio, ma abbiamo messo insieme le forze per non deludere i ternani e soprattutto dare continuità ad una manifestazione che dura da 127 edizioni. L’appello è sempre lo stesso, ovvero coinvolgere più enti e singoli cittadini possibile. Solo in questa maniera possiamo continuare a far esistere una manifestazione che rappresenta la storia della città di Terni».

Un po’ di storia Le origini della festa del Cantamaggio «si perde nella notte dei tempi – spiegano dall’ente Cantamaggio -. Nell’antica Roma erano i Ludi Florales o Floralia, celebrati il 28 aprile al 3 maggio in onore di Flora, antica dea italica della vegetazione in fiore. La notte del primo maggio era sacra a Bona Dea a cui i misteri non erano ammessi gli uomini, mentre il giorno dopo si celebrava Maia, dea della terra che nutre gli uomini. La festa, impudica e gioiosa, comprendeva spettacoli teatrali e cacce ad animali mansueti, offerti in premio alle cortigiane vincitrici di leziose gare di corse e combattimenti. A Terni era la notte del 30 aprile 1896 quando una comitiva di amici capitanati dal poeta Furio Miselli si avviò per le campagne dicendosi decisa a rifondare le antiche usanze. Portavano appresso un ramo fiorito ornato di lanterne, un maggio luminoso da piantar nell’aia dei casolari presso i quali si sarebbero fermati a cantare. Con gli anni le comitive dei maggiaioli si moltiplicarono. Quell’arburittu fu presto collocato su un carretto, poi su un carro che dalle campagne si trasferì in città. I carri di maggio presero a competere tra loro in bellezza; con il progresso divennero sempre più sofisticati. Puntualmente salutati ogni 30 aprile della città in festa, con loro la magia di un’antica notte di primavera». 

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