Arrone

di M.R.

Consiglio straordinario aperto sull’acquedotto Ferentillo-Pentima. Si è tenuto ad Arrone alla presenza di due tecnici, l’ingegnere Spinsanti, direttore dell’Ati 4 e e il dottor Francesconi, geologo responsabile dello studio sulla captazione dell’acqua l’attesa seduta assembleare, convocata su impulso bipartisan, che di fatto si è trasformata in una sorta di audizione sullo stato dell’arte dei lavori, visto che nulla è stato deliberato.

Prime fasi Lo studio di fattibilità dell’opera, che costerebbe circa 20 milioni, ha radici lontane. Se ne parla negli ambienti regionali dal 1986, quando attraverso un’analisi sul consumo di acqua, fu stimato che l’utilizzo delle risorse idriche sarebbe progressivamente aumentato. All’epoca, i tecnici competenti avevano ipotizzato la realizzazione di un acquedotto, che rifornisse l’ambito territoriale ternano (l’attuale Ati 4), con base in Valnerina, nel tratto compreso tra Scheggino e Pentima. Era stato previsto un prelievo di 400 litri al secondo di acqua, a 200 metri di profondità, attingendo da una falda che alimenta il fiume Nera. Nel corso di tutti questi anni, ormai quasi 30, è proprio il caso di dirlo, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta.

Nei fatti E cosa concretamente abbia lasciato sinora il ‘progetto’ è evidente: reazione e riduzione. Nel primo caso il riferimento è ad alcuni cittadini innamorati del proprio ‘habitat’ che temono conseguenze ambientali negative come la possibile riduzione della portata del Nera e il rischio d’inquinamento delle falde acquifere. Nel secondo caso il riferimento è alla dimensione dell’opera che, col tempo, ha accorciato le distanze. Ad oggi, l’inizio dell’acquedotto è infatti previsto nel territorio di pertinenza del Comune di Ferentillo, evitando così di sconfinare in provincia di Perugia per rifornire un territorio tutto ternano. La riduzione chilometrica si traduce senza dubbio anche in un risparmio economico significativo.

Gli anni Si dice spesso che il tempo trascini via tutte le cose, ma quando di mezzo c’è l’acqua di un fiume la lotta è dura e infatti a distanza di tante primavere, il tema resta sensibile. Per questa ragione, il gruppo ‘Aria pulita’ e il gruppo di maggioranza ‘Democratici e riformisti per Arrone’ hanno inteso aprire alla cittadinanza un consiglio straordinario dedicato, alla presenza dell’ingegner Spinsanti e del geologo Francesconi.

‘Aria pulita’ insoddisfatta della seduta «Le nostre aspettative – scrivono i rappresentanti della minoranza – erano quelle di avere una visione complessiva di quello che viene proposto per la realizzazione dell’acquedotto. Invece ci siamo ritrovati ad ascoltare una disamina su uno studio di fattibilità di un possibile acquedotto che dovrebbe servire il ternano-amerino. Il progetto non è stato presentato, anzi non esiste ancora.  Inoltre – si legge nel comunicato -non sono stati presentati i dati che giustificano tale opera, solo generiche dichiarazioni di necessità per mantenere positivo il bilancio idrico della provincia di Terni. Visto che poi – dichiarano da ‘Aria pulita’ – è già stato realizzato un pozzo di 250 metri di cui non conosciamo l’iter».

Molti dubbi  «Il nocciolo della questione – si legge ancora nel comunicato – è che si propone di fare un nuovo acquedotto senza spendere un solo momento per studiare l’effettiva necessità, l’utilità, senza presentare i dati reali sulla situazione idrica del ternano e della provincia. Chi necessita di tale opera, i cittadini o chi realizzerà i lavori e chi poi gestirà l’acquedotto? L’opera avrà un costo di 20 milioni di euro, 14 milioni finanziati dall’Europa, 6 milioni attinti in bolletta, cioè da noi cittadini». E ancora: «Quanti soldi sono stati spesi per mettere in sicurezza, bonificare pozzi e rete idrica del Ternano? Dove sono i dati sui monitoraggi ipoteticamente effettuati sui pozzi del Ternano?».

Le conclusioni «Quindi – è scritto a margine della nota – prima di parlare di nuovi acquedotti vorremmo assistere a un miglioramento sia della distribuzione dell’acqua riducendo le perdite, che della qualità dell’acqua grazie a una diminuzione dei prelievi e dei carichi inquinanti, bonificando i siti e rendendo più efficiente l’uso delle risorse idriche nei vari settori d’impiego. Da questo momento in poi metteremo in campo ogni iniziativa possibile per fermare un ennesimo scempio e accaparramento di risorse da parte di enti che ormai di pubblico hanno solo la denominazione».

Serafini Il capogruppo di maggioranza in consiglio comunale ad Arrone, Roberto Serafini, a tal proposito tiene a sottolineare alcuni aspetti: «Abbiamo inteso convocare una seduta straordinaria, perché il tema interessa la popolazione e, come da programma elettorale, siamo impegnati a coinvolgere la cittadinanza in nome della trasparenza, ma è impossibile negare il ruolo marginale che il comune di Arrone riveste nell’intera vicenda». Un modo per chiarire che, se la Regione dimostra l’esigenza di un maggiore approvvigionamento idrico per l’Ati 4, probabilmente il comune della Valnerina non avrà, almeno in solitaria, la forza di opporsi alla realizzazione dell’acquedotto. «Ciò non toglie – conclude Serafini – che, ferma restando la strategicità dell’opera, l’amministrazione comunale effettuerà un costante monitoraggio sulle fasi progettuali ed eventualmente realizzative».

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