L'ingresso dell'Accademia

di Daniele Bovi

Sarà l’accordo di programma con il Ministero dell’istruzione di Stefania Giannini a tracciare la strada che porterà l’Accademia di belle arti «Pietro Vannucci» verso la statizzazione. Un percorso volto «all’avvio – è scritto nel decreto firmato giorni fa dal ministro – di una graduale statizzazione». All’Accademia perugina, interessata dal decreto insieme alla «Carrara» di Bergamo, la «Linguistica» di Genova, la «Cignaroli» di Verona e quella di Ravenna (cioè a tutte quelle non statali), dovrebbero andare, come emerso nei giorni scorsi, circa 800 mila euro. Nel complesso si tratta di 4 milioni di euro, per la cui ripartizione il Miur fissa dei paletti. Meno della metà, 1,5 milioni, verrà diviso così: 900 mila euro proporzionalmente all’assegnazione disposta nel 2015, 300 mila euro secondo il numero degli iscritti (a Perugia sono 420), 150 mila in modo inversamente proporzionale all’avanzo di amministrazione o all’utile di esercizio dell’ultimo triennio e, infine, 150 mila euro in base al numero dei docenti assunti secondo le regole del contratto collettivo nazionale.

LO STANZIAMENTO E LA FIRMA

Il decreto Poi c’è la partita relativa agli altri 2,5 milioni di euro, un importo che «sarà assegnato su specifica richiesta delle singole istituzioni» entro 60 giorni dall’adozione del decreto. Una richiesta finalizzata però alla sottoscrizione di un accordo di programma con Ministero e gli enti territoriali interessati, per il quale vanno rispettati alcuni criteri. In primis non dovranno esserci debiti o altre «criticità finanziarie» tali da comportare ulteriori esborsi per lo stato; l’accordo dovrà essere di durata triennale, con possibilità del Ministero di prevedere finanziamenti costanti; impegno da parte delle istituzioni a presentare una programmazione triennale delle attività, individuando costi e fonti di finanziamento con tanto di aggiornamenti annuali e monitoraggio dei risultati; utilizzo delle risorse ministeriali solo per le spese relative al personale (assunto con il contratto nazionale). Il testo del decreto prevede anche l’impegno da parte degli enti territoriali ad assicurare, stanziando risorse, il funzionamento dell’Accademia anche dopo la statizzazione. Insomma, per i soci l’intervento dello stato non significa un «tana libera tutti».

Il ruolo degli enti La «Pietro Vannucci» vede come soci fondatori il Comune di Perugia e la Provincia mentre altri, come la Regione, sono «sostenitori». Palazzo dei Priori l’ultimo anno ha garantito circa 175 mila euro, mentre l’ente di piazza Italia dopo aver drasticamente ridotto il contributo (da 350 mila a 10 mila euro) da due anni non supporta l’Accademia. Da ultimo, il provvedimento del ministro Giannini, ora al vaglio della magistratura contabile della Corte dei conti, apre la porta alla possibilità di un coinvolgimento di altre accademie o conservatori in processi federativi o di fusione. Da qui, insomma, riparte l’Accademia. «Soddisfatto» dello stanziamento si dice il deputato pd Giampiero Giulietti: «Un risultato straordinario – sottolinea – frutto del percorso avviato già da tempo con la presentazione di un emendamento a firma mia e dei colleghi Sereni, Ascani e Carocci, approvato dalla Camera. Con questa prima tranche di risorse, si garantisce certezza al futuro di un’istituzione prestigiosa come l’Accademia delle belle arti di Perugia, che è parte integrante della storia e della cultura dell’intera regione Umbria».

Twitter @DanieleBovi

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