di Daniele Bovi
La prima pietra della ‘nuova’ Accademia di belle arti Pietro Vannucci è stata posata nelle scorse ore. A Roma, in viale Trastevere, nella sede del ministero dell’Istruzione il ministro Stefania Giannini ha firmato giovedì il decreto attraverso il quale vengono ripartite le risorse, previste dalla legge di Stabilità 2016, che andranno a cinque Accademie di belle arti, ovvero Perugia, Genova, Verona, Ravenna e Bergamo. In tutto si parla di quattro milioni di euro molto attesi dalle istituzioni, dei quali circa 800 mila euro finiranno nelle casse dell’Accademia perugina, la più antica d’Italia insieme a quella di Genova. Le risorse rappresentano il primo fondamentale passo verso la statizzazione della Pietro Vannucci, che potrà così navigare in acque più tranquille e programmare con maggiore serenità il futuro.
Le risorse L’emendamento alla legge di Stabilità attraverso il quale sono state stanziate le risorse era stato presentato dai deputati dem Giulietti, Sereni, Ascani e Carocci ed era stato approvato dalla Camera e prima ancora dalla commissione Cultura e da quella Bilancio. Ora bisognerà leggere con attenzione il provvedimento del ministro per capire cosa dice con esattezza, con quali criteri i fondi sono stati ripartiti e come dovranno essere impiegati; probabile che una parte sarà vincolata al funzionamento della struttura e un’altra al personale. L’Accademia, come ha spiegato a Umbria24 nei giorni scorsi il presidente della Fondazione Mario Rampini, procederà innanzitutto con l’occuparsi, nell’ambito della statizzazione, di una parte del personale per poi arrivare a un completamento, presumibilmente, nel 2017.
La situazione Come accennato gli 800 mila euro (annuali) che verranno garantiti all’istituzione culturale permetteranno a quest’ultima di uscire dalle secche dell’incertezza. A oggi infatti i soldi sono garantiti annualmente dai soci fondatori, cioè Provincia di Perugia e Comune, con la prima che però dopo aver tagliato drasticamente il contributo (portandolo da 350 mila euro a 10 mila) ha da un paio d’anni sospeso i pagamenti, mentre il secondo ha versato circa 175 mila euro. Poi ci sono i soldi dei soci sostenitori, come la Regione che quest’anno dovrebbe garantire all’incirca 100 mila euro, la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e la Camera di commercio (30 mila euro), senza dimenticare i 500 mila euro all’anno versati dai 420 iscritti; un numero raddoppiato rispetto a sei anni fa.
Twitter @DanieleBovi