di Chiara Fabrizi

Per il turismo in Umbria il primo semestre del 2023 è da record. Mai così tanti arrivi, che sono stati quasi 1,5 milioni, e mai un simile livello di presenze, che volano appena oltre la quota dei 2,7 milioni. Il confronto col 2022, poi, regala sorrisi a tutti i comprensori, tanto che gli arrivi volano a +26,1 per cento e le presenze a +23,1 per cento, così come emerge dalle tavole statistiche elaborate dagli uffici della Regione.

Turismo, primo semestre da record Qualche riflessione in più, specie nei territori, la consegna la comparazione con l’ultimo anno prima della pandemia: in questo caso la crescita c’è, ma è più modesta, specie per gli arrivi (+3,5), mentre sfiorano un incremento a due cifre le presenze (+9,5).

Zone al top Tuttavia, il confronto col 2019 rivela come il primo semestre del 2023 non sia valso la migliore performance di sempre a tutti i comprensori dell’Umbria, mentre ce ne sono alcuni che brillano come non mai. A vivere una stagione d’oro sono certamente Amerino (arrivi +22,5 per cento e presenze +38,9 per cento), Valnerina (arrivi +18,4 e presenze +20) e Trasimeno (arrivi +16,2 e presenze +11,6). Chiaro è che la crescita è al top in termini percentuali, perché in termini assoluti l’Amerino consegna circa 16.500 arrivi e e 35 mila presenze e la Valnerina 60 mila arriva e 108 mila presenza, mentre è particolarmente rilevante il contributo del Trasimeno con 93 mila arrivi e 296 mila presenze. Segno positivo anche nel confronto col 2019 ad Assisi (+5,9 arrivi e +17,5 presenze); Perugia (+5,8 arrivi e +10,3 presenze); Spoleto (+10,8 arrivi e +9,5 presenze); e Terni (+6,1 arrivi e +14,6 presenze).

Chi soffre A soffrire il confronto col 2019, invece, sono soprattutto i comprensori di Todi e Orvieto. In particolare, il primo territorio ha registrato una flessione di arrivi del 17,5 per cento e delle presenze del 3,5 per cento, condizionata fortemente dal mancato rientro a Todi degli stranieri, che da soli fanno segnare una contrazione del 50,7 per cento per gli arrivi e del 25 per cento per le presenze. Analogo, seppur meno marcato, l’affanno di Orvieto, dove tra gennaio e giugno 2023 si sono contati -11,4 per cento arrivi (il confronto è sempre col 2019) e -6,8 presenze. Anche in questo caso a incidere è l’assenza degli stranieri, con una flessione degli arrivi dell’11,4 per cento e delle presenze del 6,8 per cento. Non pienamente tornata ai livelli pre Covid anche la zona di Città di Castello (arrivi +6,4 ma presenze -4,7); Foligno e comprensorio (arrivi -8,7, ma presenze +6,9); Gubbio (arrivi +0,8, ma presenze -8,6).

Chi contribuisce di più al turismo Infine, va segnalato il peso specifico che ogni territorio ha avuto nel primo semestre turistico del 2023 dell’Umbria in termini di presenze. A trainare è Assisi col 24,1 per cento seguita da Perugia col 21,4 e Trasimeno 11. Buono il contributo di Foligno 8,7 e di Terni 6,9. Dopodiché i territori sono più o meno tutti allo stesso livello: Orvieto 6,1; Spoleto 4,9; Gubbio 4,2; Città di Castello 4; Valnerina 4; Todi 3,3; e Amerino 1,3.

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