Tre autocisterne sono state donate alle popolazioni del Kurdistan iracheno grazie a un progetto coordinato da Felcos Umbria e Auri Umbria finanziato dall’Unione europea e dalle Nazioni unite. «Questi mezzi avranno un ruolo notevole per la fornitura di acqua pulita, per la protezione della salute, dell’ambiente pubblico, della sicurezza sanitaria e alimentare», spiegano i partner. Il progetto, durato 13 mesi, ha coinvolto anche l’Università per Stranieri di Perugia e l’Istituto Cavour Marconi Pascal di Perugia.
Il progetto La donazione è stata effettuata nell’ambito del progetto Peer-to-peer cooperation to foster water management in Sulaymaniyah Governorate, di cui Felcos Umbria e Auri Umbria sono stati i capofila. Il progetto è nato con lo scopo di avviare con le istituzioni locali attività e scambi paritetici finalizzati al miglioramento della gestione della risorsa idrica e dei servizi connessi. Nel corso dei tredici mesi sono state organizzate tre missioni a cui hanno preso parte, tra gli altri, il Centro di ricerca e documentazione per le risorse idriche dell’Università per Stranieri di Perugia, la start-up Griddit, uno spin-off sempre dell’ateneo specializzato nel trasferimento tecnologico legato all’acqua e ai rischi naturali e l’Istituto Cavour Marconi Pascal di Perugia per l’approfondimento dei temi della gestione sostenibile della risorsa idrica. Le tre missioni sono partite con un sopralluogo nel lago artificiale di Dukan, dove hanno avuto luogo incontri istituzionali utili allo scambio di informazioni sui sistemi di decentramento e di gestione dell’acqua, per poi passare a attività più operative rivolte all’analisi, alla pianificazione e alla gestione sostenibile per poi, a metà marzo 2023, consegnare le tre autocisterne.
La fornitura Le tre autocisterne, due della capacità di 10 mila litri e una da 12 mila litri, andranno a servire un territorio molto vasto composto da quattordici distretti e, in particolare, serviranno un bacino di oltre 16 mila persone che abitano la parte più periferica e vulnerabile di Sulaymaniyah. La zona non è raggiunta dalla rete idrica, qui l’acqua pulita e potabile può arrivare soltanto grazie alle autocisterne, troppo poche rispetto ai bisogni. A spiegare l’importanza di questi mezzi per la popolazione locale è Haval Abubaqr, governatore di Sulaymaniyah: «Negli ultimi due anni c’è stata una minaccia di infezione da colera in città e nelle zone che non ricevono acqua pulita dalla rete idrica e il cui fabbisogno di acqua pulita dipende proprio dalle autocisterne. Pertanto, questi mezzi avranno un ruolo notevole per la fornitura di acqua pulita, per la protezione della salute, dell’ambiente pubblico, della sicurezza sanitaria e alimentare»