Una seduta dell'assemblea (foto ©Fabrizio Troccoli)

La Regione porta a segno, con il parere favorevole di tutti, la commissione speciale di inchiesta contro la violenza sulle donne all’interno del consiglio regionale, a poche ore dalla festa della donna e mentre, nella stessa Assemblea, arrivano richieste di maggiore welfare contro le disparità di genere.

Lavoro a donne vittime di violenza La prima è una proposta per mettere a sistema le varie agenzie regionali: da un lato quelle che aiutano le donne vittime di violenza e, dall’altro, quelle che hanno un osservatorio sul mondo del lavoro. Per creare, appunto occasioni, di inserimento lavorativo a donne in difficoltà. La consigliera regionale Paola Fioroni (Lega) propone una rete che va «dai centri antiviolenza, ai centri per l’impiego alle associazioni di categoria , alla consigliera di parità, al centro pari opportunità, enti del terzo settore, Università e Arpal, e a tutti quei soggetti che possono dare un contributo a costruire una rete di progetti e azioni fattive. E di intervenire nei confronti del Governo per aumentare il reddito di libertà o promuovere iniziative analoghe». L’assessore Coletto si limita a informare su quanto già realizzato: «A ottobre 2021 – spiega – è stato siglato un protocollo di intesa con Sviluppumbria, Arpal, Punto zero e Camera di commercio per la costituzione dello sportello Point Donna per individuare opportunità di accesso delle donne nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Il progetto prevede che lo sportello avrà sede nel centro antiviolenza dell’Umbria a Perugia, con possibilità di apertura anche a Terni. Inoltre nel 2017 è stato siglato un protocollo d’intesa per l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza tra Regione, centro pari opportunità, Anci, associazioni e molti altri soggetti per promuovere l’inserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di maltrattamenti». Le risorse fin qui individuate sono esigue e sicuramente non proporzionali, al fenomeno che è esploso durante e dopo la pandemia. La Regione ha finanziato con 73 mila euro un progetto per il sostegno dell’autonomia abitativa delle donne vittime di violenza. Per i progetti di accompagnamento delle donne di uscita da situazioni di violenza in Umbria nel 2020 ci sono stati 67 mila euro, 76 mila per il 2021 e 70mila per il 2022. inoltre sono stati finanziati percorsi e progetti personalizzati per donne vittime di violenza. Negli ultimi anni c’è stato un incremento delle risorse per le politiche abitative per le donne vittime di violenza. «Il programma regionale di prevenzione e contrasto della violenza di genere del 2017 – ancora Coletto – ha permesso il progetto di occupabilità delle donne vittime di violenza di genere per l’inserimento lavorativo di circa 100 donne».

Parrucche e tatuaggi medici Sempre all’assessore alla sanità è stato chiesto, da parte di Simona Meloni, capogruppo Pd, di allargare il contributo per parrucche e tatuaggi medici anche a persone non sottoposte a cure oncologiche, che causano tuttavia una diffusa alterazione del cuoio capelluto e dei follicoli piliferi, come alopecia areata e altre patologie congenite e/o acquisite. Tali patologie interessano spesso le donne e soggetti minori i cui rapporti relazionali nei normali contesti di vita sono particolarmente compromessi. Il costo di una parrucca si aggira tra i mille e i 3mila euro e la sua durata è pari a 8-12 mesi, mentre per la protesi, cioè una parrucca realizzata ad hoc in base alle proprie esigenze e caratteristiche, il costo ammonta a circa 4mila euro, cui vanno aggiunti i costi di manutenzione. La Regione Umbria ha riconosciuto un contributo fino a 300 euro a sostegno dell’acquisto di parrucche in favore di pazienti sottoposti a terapia oncologica. L’assessore Luca Coletto ha risposto che «la fornitura di parrucche e il tatuaggio con finalità mediche non rientrano nei Lea e devono quindi essere finanziate con risorse regionali. La Giunta regionale ha dato continuità a quanto previsto con leggi regionali, confermando anche per il 2022 il contributo di 300 euro per i pazienti oncologici. È stato anche aumentato il finanziamento complessivo, da 80 a 100 mila euro. Ed anche per il 2023 verrà riconosciuto il contributo da 300 euro. L’attuale situazione del bilancio sanitario non consente un ulteriore ampliamento della misura».