Fossili di mammuth, orsi e rinoceronti. Riapre giovedì 15 giugno il Museo paleontologico di Pietrafitta “Luigi Boldrini”, acquisito lo scorso novembre dalla Direzione regionale musei dell’Umbria, che si è così assicurata una delle più importanti collezioni in Europa di animali vertebrati del Pleistocene Inferiore.

Attraverso l’assunzione di personale, il Museo paleontologico di Pietrafitta resterà aperto tre giorni alla settimana (lunedì, martedì e domenica) dalle 8 alle 19.40, ma fa eccezione la terza domenica del mese quando invece resterà chiuso al pubblico. La direzione del sito museale di Pietrafitta è stata affidata a Tiziana Caponi, già funzionario archeologo e responsabile delle collezioni del Museo archeologico nazionale dell’Umbria.

Nella struttura di 3 mila mq che ospita il Museo paleontologico di Pietrafitta è esposta una delle maggiori raccolte a livello europeo di reperti fossili di mammiferi, rettili, anfibi e insetti risalenti al Pleistocene inferiore (1,6-1,4 milioni di anni fa). I resti dei mammiferi di grandi dimensioni sono esposti nelle ‘culle’, come vengono chiamati i nuclei che contengono i fossili nella giacitura di scavo, contornate da un allestimento pensato in modo comunicativo e didattico. Sul sito dei Beni culturali viene spiegato che «i reperti sono stati restaurati solo in parte e si continuerà a farlo anche a museo aperto, dal momento che è previsto un laboratorio di restauro al suo interno».

I fossili provengono da un grande giacimento di lignite che si trova vicino al museo e l’intitolazione del museo a Luigi Boldrini è un omaggio a colui che negli anni Sessanta, ispezionando sistematicamente e continuamente gli scavi, in qualità di assistente capoturno di miniera, iniziò a costituire la prima raccolta paleontologica.

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