di M.F.

«L’amore per la maglia rossoverde, per la città di Terni e gli stessi ideali: uguaglianza, aggregazione, antifascismo». È questo che ha spinto i ternani Simone, Lorenzo, Valerio e Davide a fondare un gruppo in supporto della Ternana: ecco la ‘Brigata Gagarin’. «L’idea del collettivo, ancora in fase embrionale – spiegano dal gruppo – è nata durante la trasferta a Pisa di quest’anno con un pranzo a Livorno al Pub Gagarin». Ad oggi il collettivo è composto da dieci membri e altrettanti simpatizzanti. L’intervista di Umbria24 alla ‘Brigata’ di tifosi delle Fere.

Quale è il significato del nome ‘Brigata Gagarin’? «Qualcuno aveva proposto ‘Sankara’ per la nostra comune estrazione popolare e il nostro orientamento politico di sinistra – spiegano dal gruppo -. Volevamo rifarci però a una figura storica più ‘trasversale’, come quella di Jurij Gagarin».

Avete già una sede ufficiale? «No. Ci piace la definizione di ‘albergo diffuso’, ma stavamo pensando di fare qualcosa alla ‘anglosassone’: riunirci in un pub che possa accettare le nostre icone e diventare il nostro punto di ritrovo».

Siete affiliati a qualche curva? «Abbiamo scelto la Curva Est perché storicamente ‘di sinistra’, ci siamo messi in alto come Gagarin che vedeva la Terra senza confini e questo vogliamo comunicare: dall’alto non ci sono confini, non esistono differenze etniche, sociali, politiche; siamo tutti uguali».

Quindi vi siete ritrovati, per così dire, nello ‘spirito’ della Curva Est? «Sì, però la Est negli anni si è sempre più ‘spoliticizzata’ e noi siamo contrari a questo perché lo stadio è sempre stato utilizzato anche come veicolo sociale. Non si può andare allo stadio solo per inveire contro gli avversari: la gente ha bisogno di libertà di espressione e senso di appartenenza. Noi canalizziamo in quell’unico giorno a settimana tutto ciò che vogliamo fare: stare con le persone con cui vogliamo stare, fare politica e sostenere la Ternana e la città; e lo vogliamo fare essendo inclusivi, senza violenza e individualismo ma con comunicazione. Non prendiamo le distanze dalla Curva Est, tant’è che vorremmo essere inclusi. Lo stadio deve essere vissuto anche come un’occasione in cui abbiamo la possibilità di dire qualcosa: allora facciamolo».

Per quanto riguarda il lato sportivo, una vostra considerazione sulla stagione appena conclusa? «Per riassumere la stagione 2022/2023 diremmo che sarebbe meglio cancellarla. La salvezza peggiore della storia. C’è grande delusione per un potenziale inizialmente espresso e successivamente perso. Siamo stati illusi dalle promesse e dalle prospettive dichiarate a inizio stagione».

Cosa vi aspettate invece dalla prossima stagione? «Speriamo in delle novità strutturali: centro sportivo, investimenti sulle giovanili. La Serie A è una conseguenza di una buona gestione. Per quanto riguarda il campo negli ultimi anni abbiamo alzato l’asticella e speriamo di raggiungere prima o poi i playoff».

Quindi cosa manca alla Ternana per fare quello step decisivo? «Le infrastrutture e la struttura societaria: ognuno deve ricoprire il proprio ruolo senza invadere quello degli altri. Abbiamo tutte le potenzialità per essere una realtà anche superiore al Frosinone, come storia e bacino d’utenza».

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