di Daniele Cibruscola

A Perugia c’è aria buona, sembra quasi quella di una volta: la Curva ha smesso di mugugnare, il Grifo ed Eusepi hanno smesso di non segnare, un sacco di gente – direbbe Santopadre – ha finalmente smesso di gufare. O per lo meno non ci è riuscita. Anzi, in caso ai biancorossi ha portato fortuna: avanti grazie a un autogol, in superiorità numerica per un’ora buona, e a fine gara (3-0 asciutto) di nuovo con le tasche piene di punti. Tre: non succedeva dal 2 febbraio scorso, dal 3-4 con il Lecce. Perugia in campo col 4-3-3 «tipo», ma di standard ha giusto il modulo. In mediana c’è l’esordiente Sanseverino, Moscati (rivoluzione piccola ma decisiva) si accomoda scomodo in panchina di fianco a Sprocati. Barletta con il 4-3-1-2: sulla carta, solo e soltanto sulla carta, le beghe maggiori dovrebbero arrivare dai piedi di La Mantia.

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Espisodi decisivi Il primo tempo è la fotografia della partita perfetta per i padroni di casa: non che succeda chissà cosa, non che il Perugia produca e modelli l’imponderabile; il fato e gli eventi però ci mettono del loro, e la partita in neppure mezz’ora è già degli umbri. Sette minuti di studio reciproco, un giallo a Legras e un tentativo di Fabinho. Tre minuti di giropalla a centrocampo. Altri tre di verticalizzazioni audaci (sponda umbra) che non arrivano a destinazione. Drin. Squilla la campana. Per Camilleri è già ricreazione, e allora il colosso del Barletta pensa bene di intervenire molle, scomposto, su un traversone di Fabinho già battezzato da Liverani. Il capitano dei pugliesi muove lo score dalla parte per lui sbagliata. Ma il match è moscio, era moscio e resta tale. La giornata di Fabinho oscilla incerta tra buone idee di inserimento ed escuzioni maldestre di stop (mancati), dribbling (goffi) e corse (a vuoto) che al 20’ lo portano pure a scontrarsi con il direttore di gara. Fortuna vuole, per i biancorossi, che la domenica di Legras sia decisamente più sciagurata. Altro «giallo» quindi espulsione.

Grifo in controllo In superiorità numerica il Perugia può addirittura permettersi di passeggiare sulle rovine di un Barletta mai in partita. La Mantia ha due guizzi in dieci secondi (al 43’, doppio intervento salvatutto di Koprivec) poi si spegne. Mazzeo ed Eusepi, dall’altra parte, sfiorano il raddoppio con acrobazie più appariscenti che efficaci. Poi «Re Umberto» stupiusce tutti: riceve palla fuori dall’area e spara un bolide all’incrocio dei pali. Game. Set. Match. Tardino manda le due squadre negli spogliatoi. Nella ripresa ne uscirà una soltanto: il Barletta chiude la porta a ogni pretesa di recupero, piazza cinque uomini davanti a Liverani (i quattro di prima più Bijimine) e pare quasi voler difendere il doppio svantaggio. Senza successo: Fabinho si accende, Nicco prolunga, Eusepi batte Liverani sul proprio palo. Tre a zero e via, Barletta a casa. Prima di imboccare la porta del pullman, Campagnacci «calcinciampa» in piena area e consegna a Koprivec un pallone che altro non chiedeva che di essere spinto in rete. Finisce qui, col Frosinone intanto pareggia contro il Benevento: Perugia secondo, in solitaria, a tre punti dai ciociari.

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PERUGIA (4-3-3): Koprivec; Comotto, Massoni, Scognamiglio, Sini; Sanseverino, Filipe, Nicco (32’st Moscati); Mazzeo (17’st Henty), Eusepi, Fabinho (43’st Vitofrancesco). A disposizione: Stillo; Conti, Marconi, Sprocati. Allenatore Camplone.
BARLETTA (4-3-1-2): Liverani; Cane, Camilleri (27’st Maccarone), Di Bella, Pippa; Innocenti (20’st Ilari), Bijimine, Legras; Mantovani; La Mantia, Cicerelli (11’st Campagna). A disposizione: Vaccarecci, Guglielmi, Cascione, Branzani. Allenatore Orlandi.
RETI: 13’pt Camilleri (autogol), 47’pt Eusepi, 29’st Eusepi.
ARBITRO: Andrea Tardino di Milano.
NOTE: spettatori 6000 circa, di cui una cinquantina provenienti da Barletta. Ammoniti: Nicco. Espulsi: Legras (29’pt) per somma di ammonizioni. Angoli: 9-4. Recuperi: pt 2’, st 3’.

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