Sulla destra la moto di Andrea Antonelli

di Dan.Bo.

Dramma domenica a Mosca dove, sul circuito Moscow Raceway, il pilota di Castiglione del Lago Andrea Antonelli, che correva nella classe Supersport, è morto dopo uno spaventoso incidente sotto una pioggia torrenziale. Il motociclista umbro, 25 anni, dopo due giri è scivolato dalla sua Kawasaki ed è stato poi investito dal connazionale Lorenzo Zanetti. Sono le 11.32, l’incidente avviene lungo il rettilineo compreso tra le curve 14 e 15. La visibilità è assai ridotta, dalle immagini televisive si vede soltanto, in mezzo ad una nuvola d’acqua, un pilota che alza un braccio per segnalare la caduta del collega. Troppo tardi però perché Zanetti riesca ad evitarlo, uccidendolo sul colpo. Un drammatico incidente simile a quello di Marco Simoncelli, morto in Malesia nel 2011.

Nulla da fare Antonelli è rimasto esanime a terra e la gara è stata subito interrotta. Il pilota umbro è stato immediatamente soccorso e trasportato nel centro medico del circuito: data la gravità della situazione, i medici hanno preferito non rischiare il trasporto in elicottero verso l’ospedale più vicino. Sul circuito russo, come detto, era in atto un vero e proprio diluvio e la visibilità era ridotta al minimo, condizioni con le quali è difficile dare vita ad una corsa motociclistica.

Il medico: impossibile rianimarlo Secondo il medico della Clinica mobile Massimo Corbascio, Antonelli era morto già in pista a causa delle ferite riportare: «Fin da subito – ha detto – era impossibile rianimarlo. E’ andato a far compagnia a Marco Simoncelli». Poi il racconto della dinamica: «Roccoli è stato tamponato da Andrea che è caduto, Zanetti andava a 250 all’ora e non l’ha potuto evitare. Lui stesso dice di aver preso “questa cosa verde” ed essere caduto, procurandosi delle ferite». A Sky Sport 24 Corbasciolo riguardo alle condizioni meteo ha detto che «non è compito mio criticare i miei colleghi. Sono loro che prendono le decisioni, a Monza è stata fatta la gara in condizioni simili, le decisioni le prende un uomo e un uomo non è Dio, può sbagliare».

VIDEO – L’INCIDENTE

Gli interrogativi Ma gli interrogativi sul fatto che la tragedia di Mosca fosse evitabile o meno rimangono. Secondo Marco Melandri, che ha vinto la gara uno della Superbike, di cui la Supersport è la classe cadetta, sembra non aver dubbi: «Già durante la mia gara – dice – nei primi giri, non si vedeva nulla e la moto era ingovernabile – attacca Melandri – dopo il giro di ricognizione bisognava fermarsi e vedere un attimo, capisco l’interesse ma siamo essere umani e bisogna evitare rischi. I piloti sono stupidi e non li metterai mai d’accordo. La colpa è di tutti, bisognerebbe sedersi e parlare, senza nascondersi niente, per migliorare il migliorabile». Loris Capirossi, campione molto conosciuto, per anni sulle piste e ora consulente per la sicurezza della MotoGp, osserva che certi incidenti non si possono evitare ma che «se la visibilità non è buona o accettabile, le gare vanno fermate».

Il debutto con le minimoto Nato il 17 gennaio di 25 anni fa, dopo aver iniziato con le minimoto Antonelli ha fatto il grande salto nella stagione 2002 con il Team Skizzato e come debuttante, alla guida di una Aprilia 125, si è messo in luce in Coppa Italia come pilota di talento e grinta. Dopo pochi mesi di ambientamento, è arrivato addirittura alla sua prima vittoria a Magione. Nella stagione 2003, con la Honda, ha preso parte al Campionato italiano ed Europeo della Categoria 125 GP. Nel 2008 il passaggio al Mondiale Superstock 1000 FIM con la Honda del team Althea AX52 (Roma) e le prime due gare del Mondiale Supersport in Qatar e Australia. Nel 2009 il passaggio al Team Trasimeno Yamaha Italia. Nel 2010 decide di passare nuovamente in Honda prima di andare a correre con il Team GoEleven Kawasaki. Nell’Europeo Superstock 600 e nella Superstock 1000 era salito per 14 volte sul podio: aveva debuttato nel Mondiale Supersport nel 2012 e nelle qualifiche di Mosca aveva conquistato il suo miglior risultato di sempre, un quarto tempo che gli aveva permesso di partire in seconda fila nello schieramento.

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