A destra Santopadre durante la conferenza stampa (foto F.Troccoli)

di Enzo Beretta

Durante il monologo di Massimiliano Santopadre, indagato dalla procura di Rieti per reati fiscali, il presidente del Perugia Calcio nell’afosa sala stampa vuole innanzitutto rassicurare gli ultrà. «La continuità calcistica non è in discussione». Primo sospiro di sollievo di tifosi e giornalisti presenti. «In sei anni non ho comprato un calciatore -. Io, quello tirchio, adesso avrei foraggiato il Perugia?». Qualcuno sorride a mezza bocca. «Sto qui, non me ne vado, quest’anno ho speso 2,7 milioni di euro per emolumenti, imposte, Irpef, Inps, Tops, Tenks, Reps, le abbiamo pagate tutte…». Risate.

CONFERENZA SANTOPADRE: PARTE 1PARTE 2

«Mai nessun prestanome» Secondo la Procura di Rieti alcune società collegate al marchio Frankie Garage avrebbero emesso fatture false per 90 milioni. Insieme a presunti indebiti vantaggi fiscali – è l’ipotesi del Pm Lorenzo Francia – tra il 2012 e il 2014 sarebbero stati dirottati quattro milioni di euro dalla Akim Spa al Grifo. La società di abbigliamento, già titolare di quote nel Perugia, poi ha ceduto il pacchetto alla New Parker di cui Santopadre è amministratore. Nell’ipotesi della Procura in questa vicenda ci sarebbero teste di legno. Santopadre non ci sta: «Non ho mai fatto ricorso a prestanome». Dice anche di non conoscere i nomi delle persone coinvolte, «se non uno».

VIDEO, IL PRESIDENTE: «IL MIO COMMERCIALISTA E’ DI LATINA»

L’iscrizione al campionato «Vicende come questa possono farci dividere – dice guardando in faccia i tifosi -. L’anno corso c’è stata una spaccatura sull’allenatore. Insieme a voi stavolta si sono allarmate le Istituzioni ma state tranquilli». Poi esplode il primo colpo a salve sull’inchiesta a orologeria: «Non è un caso che tutto ciò avvenga prima dell’iscrizione al campionato di Serie B. Non è corretto. Do fastidio ma non sono presuntuoso, per vent’anni mi sono alzato alle 5 del mattino per andare al mercato. Il popolo mi vuole bene – è la sua arringa – perché sono parte del popolo, non sento l’esigenza di sedermi a certi tavoli. Intorno a me ruotano famiglie cui offro lavoro». Quindi la sferzata a Banca Etruria: «Oggi sono venuti a parlare con me, irrigiditi, per l’iscrizione al campionato e di una fidejussione coperta. Mi diranno se accetteranno di volermi come cliente – racconta mentre in sala stampa monta il brusio -. Però, tranquilli, ci sono altre tre soluzione pronte».

Milioni per gli stipendi, non per comprare i calciatori Perché indaga la Procura di Rieti? «Il mio commercialista è di Latina ma io ho aziende a Roma e a Perugia. Ne ho tre in tutto: Perugia Calcio, abbigliamento ed un’immobiliare». Il bonifico in favore del Perugia? «Certo che è stato effettuato: sono i finanziamenti. Pensate quanto sono tirchio, di 90 milioni solo quattro…». In altri casi si è verificato il drenaggio al contrario, dalle società sportive a quelle personali. «Cosa devo dirle – risponde Santopadre -. Il Perugia stava sotto l’azienda Akim dell’abbigliamento che finanziava la società di calcio. Altre esigenze di far fuoriuscire il denaro non c’erano. Il denaro si è fermato qui, quei soldi sono stati spesi per stipendi e contribuzioni ma non per i cartellini giocatori. La Finanza è venuta per la prima volta a fine 2015, adesso vuole capire perché questo è stato dato a quest’altro. Ecco l’ispezione».

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