Andrea Camplone (foto Umbria24)

Secondo pareggio su dodici uscite, le ultime. Per il resto solo vittorie e ancora vittorie. Anche per questo «lo 0-0 con il Prato ci può stare. Un po’, lo avevo detto alla vigilia, i ragazzi sono arrivati appagati dalla vittoria con il Lecce. Un po’ siamo stati sfortunati. Un po’ siamo stati egoisti. E i toscani… Hanno badato solo a non prenderle. Del resto, che ti aspetti da un campionato in cui non ci sono retrocessioni?». Andrea Camplone dixit.

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Camplone, il Pisa nel mirino «Prendiamoci sto punto». Stop. «E ora pensiamo a farne tre fuori casa». Sorriso. Camplone sbuffa al pensiero, autoindotto, che «se Jan (Koprivec, ndr) non avesse compiuto il miracolo» le cose sarebbero persino potute finire peggio. E sbuffa pure quando ripensa alle «tante occasioni da gol che per un verso o per un altro siamo riusciti a creare», una su tutte, quella di Fabinho al pronti-via: «Fosse entrato quel pallone… la partita finiva in goleada». Tutto vero. Come pure «la superficialità del primo tempo» e «l’egoismo di qualcuno nella ripresa, che invece di passare al compagno libero ha preferito tirare. Ai ragazzi lo dico sempre: prima sbloccare, poi cercare pure a gioia personale. Stavolta non lo hanno fatto». A complicare le cose, un terreno pesante («Rallentava le giocate e dava tempo al Prato di recuperare») e un Fabinho tutto fuorché «stratosferico come suo solito. Quando ho visto che proprio non c’era ho optato per altre soluzioni, non è bastato». E il Frosinone adesso è lì, appaiato al Perugia, in vetta al torneo. «Sì, loro però hanno la sosta. noi no. E poi c’è lo scontro diretto. Ora il nostro calendario è difficile, quello del Frosinone facile, ma passato questo mese sarà il contrario. Stiamo lì», conclude Camplone. Che nel mirino ha già inquadrato il Pisa, prossimo avversario dei biancorossi: «Fidatevi, è sempre meglio incontrare squadre che cercano di giocare la partita, piuttosto che quelle…» come il Prato.

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La soddisfazione di Esposito Lo zero a zero rallenta la corsa promozione del Perugia. Ma fa felice il Prato di Vincenzo Esposito, che con questo risultato conferma il trend degli ultimi mesi: «Zero gol incassati – i toscani non segnano un gol dall’8 dicembre scorso, da otto partite con quella di ieri – ma appena due reti subite. La fase difensiva c’è. Dietro lavoriamo bene. Davanti evidentemente paghiamo, tra le altre cose, anche la qualità dei nostri attaccanti». La partita, dice Esposito, è di facile lettura. «Lo sapevano tutti, lo sapeva il Perugia e lo sapevamo noi alla vigilia: loro avrebbero provato a fare gol, noi, e alla fine ci siamo riusciti, a chiuderci e a cercare le ripartenze», spiega. La soddisfazione è palese: «Un pareggio contro la prima in classifica, del resto, è sempre un pareggio contro la prima in classifica. E lo pigliamo con piacere. Lo 0-0, con un po’ di fortuna, ha premiato il nostro modo di interpretare la partita».

Mazzeo: «Avessimo sbloccato…» Il microfono passa nelle mani di Fabio Mazzeo. Oggi nelle vesti di esterno, rifinitore, seconda punta. All’occorrenza probabilmente avrebbe fatto pure il raccattapalle. Tutto inutile. «Nel primo tempo siamo partiti sottotono, abbiamo faticato a capire la gara. Certo, se entrava quella palla-gol, la prima, di Fabinho… a quest’ora staremmo parlando di un’altra partita». Il Prato? Ha fatto solo e soltanto una cosa: «Si è chiuso e ha aspettato». All’inizio la strategia non ha offerto alcuna crepa. «Poi il mister ha cambiato – racconta, riferendosi al passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1 – e allora li abbiamo schiacciati lì, nella loro metà campo. Le occasioni le abbiamo creata. Il problema è che il pallone oggi non aveva proprio volgia di entrare». Pace, pare pensare il fantasista: «Vincendo sapevamo comunque di non aver vinto ancora niente. E adesso è uguale». «Andiamo avanti», conclude.

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