di Daniele Bovi
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Verrà eseguità lunedì a Mosca l’autopsia sul corpo di Andrea Antonelli, il pilota di Castiglione del Lago morto domenica sul circuito Moscow Raceway durante la gara della classe Supersport. Il rientro della salma è previsto entro tre giorni da quello dell’autopsia, mentre lunedì è tornato a Castiglione il papà di Andrea, Arnaldo, che ha sempre appoggiato la passione del figlio e che lo accompagnava in ogni gara. La madre invece è nella casa di famiglia, quella madre che proprio domenica aveva ricevuto la telefonata del figlio: «Farò una gran gara». Nel pomeriggio il sindaco della cittadina lacustre Sergio Batino incontrerà i familiari per testimoniare la vicinanza di tutta la comunità.
IL DOLORE DI CASTIGLIONE DEL LAGO
Il padre: voleva arrivare in Superbike Intervistato dal TgR dell’Umbria il padre di Andrea Anonelli, in lacrime, ha detto che «non potevi dirgli di non fare quello che faceva perché lui era così convinto di poter arrivare in Superbike. Il mio rammarico è stato di non essere riuscito a portarcelo. Si meritava qualcosa di più e lo sapeva. Lottava per questo. Gli dicevo “ci arriveremo”». Antonelli ha anche parlato dell’incidente: «L’ho visto – ha spiegato – quando lo portavano al centro medico. E’ stato interminabile. Accendevano l’elicottero e non sapevo se fosse stato meglio o no, per lui, essere portato in ospedale. Secondo me era già morto». Tesi avvalorata anche dal medico della Clinica mobile. Viste le gravi ferite riportate i sanitari hanno poi deciso di non portarlo in ospedale, temendo i rischi connessi al viaggio.
L’esposto La gara sul circuito russo, come noto, ha preso il via nonostante una pioggia torrenziale che ha reso la pista un catino con bassissima visibilità. Marco Melandri, il pilota che domenica ha vinto la prima manche della classe Superbike, senza mezzi termini ha detto che non si doveva correre. Eliminare il rischio da una gara motociclistica è utopia, ma come suggerisce il buon senso sarebbe ragionevole non andare a sommare altri rischi inutili a quelli che una gara già di per sé presenta. Proprio le condizioni meteo sono al centro dell’esposto presentato dal Codacons alla procura di Roma: «Occorre aprire un’indagine – è scritto in una nota – sull’incidente che ha causato la morte di un cittadino italiano all’estero», in particolare bisogna «procedere per il reato di omicidio con dolo eventuale, in relazione alle condizioni proibitive della pista al momento del decesso».
La sicurezza «Ad avvalorare la tesi della mancanza di sicurezza e della impraticabilità della pista a causa delle forti piogge – scrive sempre l’associazione dei consumatori -, la circostanza secondo cui, a detta dei gestori dell’impianto, la pista di Mosca non avrebbe l’asfalto drenante perché con le infiltrazioni dell’acqua e l’abbassarsi delle temperature in Russia si creperebbe l’intero manto stradale». «Non ci si deve assolutamente approfittare – dice invece il presidente del Coni Giovanni Malagò – dell’amore che hanno questi ragazzi verso questo sport, che spesso è una vera e propria fede». Sulla decisione di correre la gara Malagò sostiene che «prima bisogna avere il quadro completo. Certo, uno rimane veramente molto perplesso nel vedere quelle immagini e quel contesto, a prescindere da quello che era la passione di questo ragazzo e di tanti ragazzi che probabilmente correrebbero contro qualsiasi avversità e contro qualsiasi condizione meteorologica. Le parole di Melandri? Un’accusa molto chiara e onestamente condivisibile».
I messaggi Intanto continuano ad arrivare messaggi di affetto e solidarietà. «La morte di Antonelli – dice il consigliere regionale del Pd Andrea Smacchi – lascia un vuoto immenso e sconvolge i tanti che nel tempo hanno saputo apprezzare le gesta sportive e le doti umane del ragazzo». Smacchi esprime poi «vicinanza ed il profondo cordoglio alla famiglia, in particolar modo – scrive – al papà Arnaldo, che ho avuto la fortuna di conoscere e di apprezzarne le doti professionali ed umane. Il suo amore e la sua grande passione per lo sport, lo hanno portato a seguire Andrea in ogni angolo del mondo, tanto da farli diventare una cosa sola, una simbiosi perfetta fra atleta e preparatore, che in questo caso era anche il suo maestro di vita». Alla famiglia vanno poi «le più sentite condoglianze» di un altro consigliere regionale, il leghista Gianluca Cirignoni. «Una grande perdita per la comunità regionale. Andrea – dice è stato un fulgido esempio di sportivo e di campione della solidarietà, impegnandosi costantemente sulla sicurezza stradale e svolgendo il ruolo di portabandiera regionale dell’Avis».