Keith Jarrett a Perugia Foto Fabrizio Troccoli

di Maurizio Troccoli

E’ un fiume in piena Carlo Pagnotta, direttore artistico di Umbria Jazz. Non le manda a dire né a Keith Jarrett né a quella parte del pubblico dell’arena Santa Giuliana che domenica sera non ha spento «i telefonini per fotografare» il discusso artista. «Lui è un paranoico, e quella parte del pubblico è imbecille», dice senza mezze misure Pagnotta raggiunto telefonicamente da Umbria24, il giorno dopo la performance a luci spente di Keith Jarrett. Insomma un ritorno a Perugia senza dubbio diverso da quello che ci si attendeva. Una riappacificazione mancata con l’artista che ha dato «il minimo indispensabile, quanto dovuto», per dirla alla Pagnotta. E i segnali ci sono stati già dal suo arrivo quando si è accertato che non ci fosse nessuno a fotografarlo o a riprenderlo.

VIDEO. JARRETT ALL’USCITA DAL RISTORANTE

GALLERY. GLI SCATTI ‘RUBATI’ A JARRETT

«E’ paranoico» «Cosa vuole che le dica  – ha proseguito – Jarrett è quello che è. Il più grande artista sulla scena però purtroppo è paranoico, che gli vuoi fare ha fatto un concerto splendido del resto. Però bisogna anche dire che se uno di quel calibro chiede per cortesia ‘non fate le foto’ sarebbe intelligente non farle. All’estero, in questi casi la polizia interviene e manda via chi non si comporta come richiesto. Ma in Italia questo non è possibile e a rimetterci sono tutti gli altri».

VIDEO. IL CONCERTO A LUCI SPENTE

GALLERY. IL DARK CONCERT

Una ricucitura mancata Pagnotta ha fatto di tutto per evitare una nuova polemica tra Jarrett e la città di Perugia, tra il blasonato artista e Umbria Jazz, dopo le numerose occasioni in cui le cose non sono filate proprio lisce. E’ anche salito sul palco chiedendo al pubblico di non fare foto così da ottenere quel «grande bis» che l’artista riserva al pubblico quando è in vena, «un bis più lungo della seconda parte del concerto», ha ammonito Pagnotta, aggiungendo che alla fine lo si sarebbe potuto anche fotografare ma intelligentemente non prima di avere incassato quel bis che invece anche stavolta è mancato. «Quella gente come la vogliamo chiamare? Incoscienti? Imbecilli? Jarrett non sopporta tutte quelle lucine che sembrano un albero di Natale. Del resto all’estero non succede, accade solo in Italia».

VIDEO. PAGNOTTA SUL PALCO

LA RECENSIONE DEL CONCERTO

Continua la polemica Si parlerà ancora in maniera polemica del rapporto tra l’artista e la manifestazione jazz tra le più importanti al mondo. Di questo ne è convinto anche il direttore artistico. «Ha fatto un concerto splendido  – ha detto Pagnotta – il personaggio è quello, se lo prendiamo bisogna accettarlo come è. Fa queste cose dappertutto, quest’anno a differenza della scorsa volta, non ha parlato.  Quando è entrato ha visto solo i primi flash ed è rientrato. Anche il suo manager è uscito sul palco, cosa che non fa mai. Ma quelli ancora lì a fotografare. Do degli imbecilli e maleducati a loro come del paranoico a lui. Abbiamo perso metà concerto. Gli ho dato del paranoico già nel ’74. C’ho litigato in piazza IV Novembre. Era ancora giovane ma già cominciava a dare i numeri. Se sono uno che ha pagato 120 euro e vedo che c’è chi fa la foto mi incazzo. Dopo le 23 c’era già la notizia sul Corriere della Sera con il concerto di Jarrett al buio a Perugia. Si parlerà in tutto il mondo dell’ennesima prova che l’artista è bravo ma è fatto così. Ma noi potevamo avere un’altra mezz’ora di concerto che ci siamo persi. Ho assistito a battibecchi tra chi aveva capito e chi invece continuava a fotografare. Ci sono dei maleducati e degli incoscienti. Per qualcuno c’hanno rimesso quasi 4 mila persone. Io dico, e l’ho detto anche dal palco, se lo sai che tipo è però vuoi sentire un bel concerto allora scegli come comportarti».

Jarett e Umbria Jazz, in futuro Sul futuro di Jarrett a Perugia Pagnotta è chiaro: «Il rapporto sarà lo stesso. Potremo decidere se prenderlo oppure no. Se lo riprendi farà la stessa cosa. Vogliamo ascoltare la musica o vogliamo fare i fotografi dilettanti?». C’ha creduto il direttore artistico che questa volta il pubblico di Umbria Jazz potesse incassare il sospirato bis di Jarrett. C’ha creduto fino alla fine, fino all’ultimo secondo utile: «Ero lì dietro con lui. E lui era pronto per farlo. E’ uscito, ha visto di nuovo quelle lucine e via. Se n’è andato senza parlare con nessuno. Che vuoi dire a uno come quello? Sul futuro? Vedremo in seguito. Per 6 anni non è stato a Umbria Jazz, possiamo aspettare altri 6 anni. E poi magari decidiamo di richiamarlo. Lui tanto non cambia. La gente? In Italia neppure e sarà di nuovo la stessa cosa».

Le stranezze nelle clausole Niente di nuovo sul fronte del contratto con Jarrett, sottolinea Pagnotta. Lì c’è tutto scritto e quindi se sbagli e lui se ne va, lo paghi lo stesso. «Le clausole – aggiunge – sono sempre quelle, anche questa volta ci sono i 19 gradi di temperatura, e noi eravamo pronti lì con i funghi, quelli per il riscaldamento a intervenire in caso di necessità. E’ noto che lui sotto quella temperatura non riesce a suonare». Quanto ai numeri di questa edizione Pagnotta è soddisfatto: «Con il concerto di questa sera (lunedì, ndr) abbiamo ampiamente superato tutti i biglietti venduti l’anno scorso. Se si tiene conto che l’edizione precedente Sting ha fatto quasi 7 mila biglietti venduti e quest’anno non li farà nessuno, è facile rendersi conto della dimensione di Umbria Jazz 2013».

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2 replies on “Umbria Jazz, riesplode la polemica su Keith Jarrett. Pagnotta: «Lui paranoico, alcune persone imbecilli»”

  1. Ma che concerto avete visto? Credetemi, conosco ed amo Jarrett da troppo tempo per sbagliarmi, il mitico trio ieri sera non c’era. Peacock e DeJohnette completamente assenti, nessun guizzo solistico in assoluto da parte loro, ed una vero e proprio “accompagnamento” scolastico per il resto. Il maestro ha illuso solo con “In Your Own Sweet Way”, aprendo il secondo set (finalmente con la luce), ma poi nulla, è ripiombato in un freddo ed asettico esercizio lontano parente della sua espressività. E non c’entrano le luci, anche al buio il trio ha suonato poco e male. Peccato, una brutta caduta per Umbria Jazz. E peccato vedere la maggioranza del pubblico applaudire senza sapere davvero perché, ieri sera Jarrett meritava un commiato con “zero applausi”.

    Si parla solo delle bizze di Jarrett (penose) e di luci accese o spente, ma ho letto commenti musicali parlare di “bel concerto”, “concerto perfetto”, “platea sognante”: beh questi commenti sono vergognosi, o perlomeno scritti da incompetenti. E’ stato un concerto agghiacciante da tanto è stato brutto, ho visto dozzine di persone andarsene nella pausa.

    Ieri sera Jarrett, Peacock e DeJohnette hanno semplicemente “onorato il contratto”, incassato e girato i tacchi.

    Questa è la verità!

  2. I Jazzisti Americani, che in America non se li fila nessuno, aspettano Umbria Jazz (e non solo) per giocare a fare le rockstar e, puntualmente, ci caschiamo.

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