China day in jazz alla Stranieri
China day in jazz alla Stranieri

di Danilo Nardoni

All’inizio ci sono i Funk Off che marciando fanno tutto il percorso da piazza Grimana all’aula magna di palazzo Gallenga a suon di musica. Alla fine invece, piano, voce, tromba e contrabbasso, per i cinesi JZ All Stars. Sta tutto in questo “confronto” sonoro il legame tra il jazz, Umbria jazz, l’Italia e la Cina. Il jazz quindi come collante tra l’Italia e la Cina, sempre più unite nel segno della musica. Prosegue così il lavoro che da due anni il festival sta compiendo in Cina per la promozione del jazz italiano e del jazz in generale, con un lavoro di squadra che vede impegnati anche Regione Umbria e Ambasciata italiana in Cina, con il ruolo “fondamentale” di quest’ultima per i rapporti con i territori asiatici. A Perugia allora, mentre è ancora in corso la 44/a edizione della kermesse musicale che andrà avanti ancora fino a domenica 16 luglio, per celebrare questa sinergia si è tenuto venerdì 14 luglio un incontro istituzionale dal titolo ‘China day in jazz’ nell’aula magna dell’Università per Stranieri. L’occasione è quella della presenza quest’anno a Umbria jazz per la prima volta – un pianista cinese invece, il giovane A Bu, si è esibito lo scorso anno – di una band di musicisti cinesi provenienti da Shanghai, la Jz All Stars Jazz Band.

Investimento culturale Con questa iniziativa, Regione Umbria, Fondazione Umbria Jazz, Università per Stranieri e Adisu – è stato sottolineato – hanno voluto testimoniare il grande investimento culturale verso la Cina e la forte volontà di accoglienza e di scambio con la cultura cinese in Umbria. Oltre a Giovanni Paciullo (rettore Università Per Stranieri), Carlo Pagnotta e Marco Molendini (Fondazione Umbria Jazz), Giampiero Rasimelli (in rappresentanza della Regione Umbria) e Luca Ferrucci (commissario Adisu), sono intervenuti anche Huang Jianyi (JZ All Stars), Dario Cecchini (Funk Off) e Marina Sereni (vice presidente della Camera dei Deputati), con quest’ultima che insieme agli altri parlamentari umbri ha presentato la legge – passata alla Camera ora è in attesa di approvazione al Senato – per il sostegno e la valorizzazione del festival riconoscendolo come un patrimonio culturale del Paese. «Questa di oggi a Perugia è una giornata simbolo di un mondo che cambia, quello che vede la Cina al centro di importanti scelte anche economiche, con tanti studenti cinesi che vengono in Europa e in Italia a studiare e anche con giovani italiani che vanno in Cina» ha affermato la vice presidente della Camera che poi ha aggiunto: «La musica di Umbria jazz è pronta ad affiancare questi mutamenti».

Medaglia a Pagnotta Umbria jazz ha quindi incontrato questi musicisti di Shanghai alla Stranieri insieme agli studenti cinesi che «numerosi e da anni seguono i corsi di lingua del nostro storico ateneo perugino» come ha evidenziato Paciullo. «Come rettore e come cittadino di Perugia» Paciullo ha ringraziato Umbria jazz cogliendo l’opportunità per consegnare a Pagnotta la Medaglia dell’Università per Stranieri, riservata dall’ateneo ai protagonisti della cultura italiana, «come segno di gratitudine – ha sottolineato il rettore – per ricordare l’importanza dell’iniziativa assunta in Cina da Umbria jazz». Il direttore artistico del festival ha poi ricordato che «tutto è pronto per tornare in Cina». Operazione che, secondo Molendini, della Fondazione Uj, «ora apre scenari nuovi anche grazie al lavoro fatto dal Ministero dei beni culturali e dall’Ambasciata italiana in Cina». Huang Jianyi, uno dei musicisti della JZ All Stars, dopo aver ricordato che il JZ di Shanghai è uno dei più famosi festival in Cina e in Asia, ha ringraziato Umbria jazz per l’invito sottolineando inoltre che «il rapporto tra i due festival è aumentato molto anche grazie al fatto che il jazz è sempre più popolare, pure tra i giovani, in Cina».

Cinesi a Uj Durante l’incontro si è quindi riflettuto sul senso culturale della progressiva crescita di interesse per il jazz in Cina, sulle caratteristiche di questo fenomeno e, d’altra parte, sul significato della presenza di Umbria jazz in Cina e sull’importanza dell’azione di internazionalizzazione di un particolare aspetto del made in Italy, il jazz tricolore. Ma non solo. Spazio è stato dato anche alla musica, prima con i Funk Off (diventati per merito di Umbria jazz un gruppo molto noto in Cina) e poi con la performance musicale di alcuni componenti della Jz All Stars che fino al 16 luglio suoneranno ogni sera sul palco di piazza IV Novembre. Questa collaborazione – è stato infine rimarcato – non è soltanto il frutto della collaborazione con il JZ Festival di Shanghai, che ha organizzato la band, ma anche la testimonianza del lavoro fatto da due anni grazie alla presenza di Umbria jazz in diverse regioni e città della Cina con una intensa attività di promozione del jazz italiano. Lo scorso anno questa si è concretizzata nella realizzazione di un vero e proprio festival di una settimana a Chengdu, una delle più importanti metropoli cinesi. La scorsa edizione estiva di Uj, inoltre, ha ospitato tra i concerti di mezzogiorno nella Galleria Nazionale dell’Umbria il giovane pianista A Bu, ma questa sarà la prima volta di un vero gruppo. Anche per la musica la Cina è una nuova frontiera di straordinario interesse, e questi musicisti interpretano il jazz con grande passione e bravura. Il leader del gruppo è il sassofonista tenore e soprano Alec Haavik, americano che dalla natia New York si è trasferito a Shanghai del cui panorama jazz viene considerato il migliore esponente.

Jazz club alla Stranieri «Sto proponendo al rettore Giovanni Paciullo di fare la stagione invernale del Jazz Club proprio su questo palco»: lo ha affermato infine Pagnotta durante l’incontro ‘China day in jazz’. «Potrebbe funzionare» ha proseguito il direttore artistico di Umbria jazz.

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