Una delle sale operatorie del Santa Maria (foto ©Fabrizio Troccoli)

Una notizia dietro l’altra, un giorno dietro l’altro, tracciano il profilo di una sanità che annaspa. Questa volta arriva da un consigliere regionale Andrea Fora che, sul proprio profilo Facebook denuncia, sostanzialmente l’affondamento di un servizio sanitario che nell’ospedale perugino ha avuto una storia importante e che ora si sarebbe ridotto a un solo medico presente. Tra l’altro in uno dei settori salvavita. Parliamo della radiologia interventistica: ovvero una attività che è anche pre-chirurgica che si gioca, spesso, sui tempi stretti per riuscire a salvare la vita a chi è in emergenza.

Fora «Non è mia abitudine fare “terrorismo social” nè speculare politicamente sulla gravità della situazione della sanità umbra – scrive Fora -, ma quello che sta succedendo è ormai da alcuni mesi fuori controllo. La radiologia interventistica del primo Ospedale umbro per bacino di popolazione, causa indisponibilità di personale, non è più in grado di far fronte in autonomia alle necessità urgenti. Attualmente un solo medico risulta assunto nella radiologia interventistica non neurologica».

Accade al primo ospedale Tradotto il primo ospedale della regione rischia di non potere garantire un servizio fondamentale sulla frontiera dell’urgenza emergenza. Si ricorre quindi alla collaborazione con l’ospedale ternano: «Per far fronte alle urgenze la copertura h24 è garantita in interdivisionale insieme a Terni e quindi per le urgenze i pazienti o i medici fanno la spola Perugia – Terni. Piuttosto che assumere gente si è preferito avere a disposizione professionisti a chiamata. Un’eccellenza umbra è stata smantellata nonostante gli sforzi notevoli degli operatori».

Il rischio Cosa può accadere da oggi in poi praticamente? «Se un paziente ricoverato o una persona che si reca al pronto soccorso ha fenomeni di sanguinamenti attivi che richiedano prestazioni radiologiche prechirurgiche – spiega ancora il consigliere Fora -, saranno trasferiti dove è disponibile l’angiografista, sempre che il paziente sia così stabile da essere spostato. Cioè a oltre 100 chilometri, a circa un’ora (se va bene) di distanza. Tradotto: il trasferimento può mettere a rischio la tempestività dell’intervento eventuale richiesto».

La denuncia Le conclusioni sono più che prevedibili «Che questo succeda in qualsiasi ospedale è gravissimo. Che succeda presso il primo Ospedale umbro è impensabile. Fuori da ogni controllo. Ho scritto all’assessore Coletto affinché intervenga urgentemente a sanare questa situazione che mette a rischio la salute e la vita degli umbri. Inaudito!»